Last updated on 3 marzo 2021
Riforma province in Sicilia, Renzi blocca la legge: “Gettoni, competenze, organi: tutto inconstituzionale”, dice una nota che sconfessa punto per punto la riforma. Il Consiglio dei Ministri impugnerà dunque il testo approvato dall’Ars. Palazzo Chigi ha comunicato per iscritto che impugnerà entro il 4 ottobre la riforma con cui l’Ars ad agosto ha creato le tre città metropolitane di Catania, Palermo e Messina e i sei liberi consorzi di Comuni per sostituire le Province. Renzi chiede di recepire per intero la riforma nazionale. Il documento inviato da Palazzo Chigi segnala che la legge con cui a livello nazionale sono state soppresse le Province «ha natura di riforma economica e sociale» e in quest’ottica «impone anche alle Regioni a statuto speciale di adeguarsi». C’è poi in discussione il metodo di elezione del Presidente del Consorzio, che in Sicilia avverrebbe con il voto dei consiglieri comunali, mentre nel resto d’Italia presidente del consorzio è il sindaco della città più grande. Roma boccia anche il bonus previsto dalla legge regionale per i presidenti dei Liberi consorzi e per chi sarà a capo della città metropolitana: quei soldi sarebbero in contrasto con la legge Delrio, che ha regolato l’addio alle Province nel resto d’Italia, in cui quelle mansioni sono previste a titolo gratuito.
Si apre così apre un conflitto istituzionale fra Roma e Palermo, ma anche anche fra giunta e Ars. Perchè, secondo Giovanni Ardizzone «era chiaro fin dall’inizio che questa legge aveva un vulnus. Il sistema di governo dei nuovi enti non regge. Si è fatto ricorso troppo spesso al voto segreto e il progetto iniziale è stato stravolto». Il presidente dell’Ars lascia intendere che bisogna tornare in aula per correggere gli errori: si salverebbe così una parte della riforma. Crocetta è di parere opposto: «Difenderemo la legge davanti alla Consulta. Non abbiamo legiferato su materie di competenza statale. Abbiamo regolato i liberi consorzi che sono enti previsti nel nostro Statuto, che ha forza di legge costituzionale». Crocetta non ha dubbi: “Le elezioni si terranno regolarmente il 29 Novembre”. Nel frattempo, però, ci sono province commissariate in Sicilia da tre anni, come la provincia di Trapani… Secondo |’assessore Pistorio “occorre coinvolgere l’Ars e le forze per trovare le giuste soluzioni. Può essere un’opportunità per migliorare la legge”.
“È una norma che reca evidenti profili di incostituzionalità ed in totale disaccordo con i principi ordinamentali della legge nazionale di Del Rio, un’operazione di trasformismo politico senza precedenti, in perfetta coerenza con i presupposti fondanti della falsa rivoluzione crocettiana”. Lo afferma il senatore siciliano di Ncd Bruno Mancuso.
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