Riprende oggi l’esame della riforma elettorale all’Ars. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, ha convocato la seduta per le 16. In base alla decisione della conferenza dei capigruppo la sessione estiva si chiuderà mercoledì 10 agosto, ultimo giorno utile per approvare i due disegni di legge all’ordine del giorno: riforma elettorale e variazioni di bilancio.
Sono state approvate, non senza fatica e polemiche, le prime tre norme del disegno di legge. L’attenzione è puntata soprattutto sulla soglia per i ballottaggi dei candidati alla carica di sindaco, che è scesa dal 50 al 40 per cento per l’elezione al primo turno. Inoltre, è stato reintrodotto l’effetto ‘trascinamento’. E poi è previsto il premio di maggioranza per la lista o la coalizione che raggiunge il 40% ed è collegata al sindaco eletto al primo turno.
ORLANDO. “Questa Regione inesistente pensa soltanto ad approvare leggi in un periodo di campagna elettorale per cambiare le regole del gioco e per mantenere un sistema di caste che ha distrutto la Sicilia. Hanno fatto una legge contro Orlando, ma per fortuna esistono gli elettori”. Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, commentando l’approvazione della legge elettorale, all’esame all’Ars, che prevede per l’elezione del sindaco la soglia di sbarramento per il ballottaggio al 40 per cento. “E’ una legge contro Orlando, contro il M5S e contro coloro i quali sono contro questo sistema di partiti – dice – ovviamente, io che non ho partito, sarò incoraggiato a proseguire su questa strada. Cari partiti, non avvicinatevi, grazie”.
CANCELLERI. «Cercano di fermarci a tutti i costi, ma non si rendono conto che tutto gli si ritorcerà tutto contro. La gente non è stupida e in cabina elettorale reagirà a quella che percepisce come un’enorme ingiustizia: quello che stanno varando è il ‘truffarellum’». Così Giancarlo Cancelleri del M5S all’Ars commenta gli articoli della riforma elettorale finora approvati a sala d’Ercole che con il ‘trascinamento’ cerca di favorire l’accozzaglia di liste e la ‘santa alleanza’ fatte in chiave anti-movimento. «Viene sancita oggi in Sicilia – dice – la nascita del Partito della Nazione invocata da Renzi. Una bruttissima riforma fatta tenendo fuori la maggiore forza politica isolana venuta fuori dalla urne nel 2012». “La soglia del 40 per cento stabilita per l’elezione del sindaco al primo turno – afferma Francesco Cappello – è la morte della democrazia. Di fatto in Sicilia viene stravolto un principio matematico: vince la minoranza». Molto negativo il commento di Cappello anche sull’effetto trascinamento. Questo meccanismo – dice – equivale al sequestro della volontà dell’elettore, che si vede costretto a votare sindaco e consigliere dello stesso schieramento”. “Dall’indomani del consenso ottenuto dal M5S alle elezioni comunali – dice la capogruppo Angela Foti – i partiti hanno gettato la maschera e scelto di imporre la loro legge elettorale, tentando tra mille spaccature interne di garantirsi dei vantaggi anche a costo di erodere pezzi di democrazia . Tutto questo non ci spaventa e si ritorcerà contro di loro”. “In un clima da tutti contro tutti – dice Salvatore Siragusa – proprio quando la Sicilia è piena di problemi non si trova di meglio che mettere in piedi un papocchio che mette tutti d’accordo: fermare il M5S”. «La soglia del 40 per cento per l’elezione del sindaco – afferma Stefano Zito – è un’altra delle mille imposizioni arrivate da Roma. Potremmo chiamare l’emendamento ‘Fassinellum’. Con questo vogliono evitare quello che è successo a Roma».
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