I tre amministratori di Riscossione Sicilia si dimettono. Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha ricevuto i componenti del consiglio di amministrazione di Riscossione Sicilia Spa, i quali hanno rappresentato la gravissima situazione economica e amministrativa nella quale versa la società.
Evidenziato il vastissimo contenzioso per centinaia di milioni di euro; le inevase richieste dei dipendenti, che a loro volta hanno comportato oltre cinquecento azioni legali; il pesante clima che si respira all’interno dell’azienda; gli incombenti adempimenti in vista dell’attuazione del processo organizzativo stabilito lo scorso anno dall’Assemblea regionale siciliana. Per tali ragioni i tre amministratori hanno deciso dunque di rassegnare le proprie dimissioni, dopo avere espresso gratitudine al presidente Musumeci per la fiducia loro accordata.
Il presidente, quindi, ha preso atto di quanto rappresentato, ringraziando gli amministratori per il lavoro svolto – seppure per un breve periodo – e l’analisi compiuta che ha confermato la piena consapevolezza, da parte di tutto il governo, di quanto pesante fosse la condizione ereditata nella riorganizzazione della società, lasciata negli anni passati al di fuori di ogni vigilanza da parte del governo regionale.
Al termine dell’incontro con il cda di Riscossione Sicilia, il presidente della Regione ha riunito la Giunta che si è determinata, in relazione alla gravità esposta, ad affidare rapidamente a un nuovo consiglio di amministrazione la prosecuzione del processo previsto dalla legge, ferma restando la tutela di tutti i livelli occupazionali.
“Peraltro – ha precisato il governatore – Riscossione Sicilia non è la sola a destare preoccupazione: sono numerose in Sicilia le società vigilate che sopravvivono in spregio alle più elementari regole di buona amministrazione, ragione per la quale nella legge finanziaria di recente approvazione abbiamo inserito la norma che prevede la sostituzione degli amministratori inadempienti sull’approvazione dei bilanci. Non si può far finta di non vedere questa vasta palude da bonificare. Tolleranza zero dal nostro governo nei confronti di furbetti e spregiudicati”.
“Le dimissioni del CdA di Riscossione Sicilia sono un’ulteriore conferma del fallimento politico e gestionale dell’azienda – commenta il deputato regionale del movimento 100passi e presidente della Commissione antimafia regionale Claudio Fava -. Un’azienda in deficit strutturale, che costa milioni di euro ai siciliani, amministrata male in questi anni e ormai solo in attesa di essere liquidata. La Sicilia è l’unica regione a gestire in proprio l’attività di riscossione – per altro senza brillare per risultato – con costi insostenibili per i città e gli utenti. Serve azzerare l’intera governance, legata alla vecchia gestione, e accelerare il processo di messa in liquidazione nell’interesse delle casse regionali, degli utenti siciliani e degli stessi lavoratori dell’azienda”.
“Apprendiamo con preoccupazione delle dimissioni del cda di Riscossione Sicilia, che, comunque, fatte salve le professionalità di chi ne faceva parte, certifica l’ennesimo fallimento della giunta Musumeci – affermala capogruppo del M5S all’Ars, Valentina Zafarana -. Fallimento che si va ad aggiungere a quelli raccolti sul versante rifiuti e sanità, solo per citare i maggiori. In attesa delle grandi riforme, di cui ad oggi non c’è la più flebile traccia, ne prendiamo atto e chiediamo all’assessore Armao di venire a riferire in aula su questa vicenda che sta assumendo contorni sempre più gravi”.
“Le motivazioni per cui si è dimesso il CdA di Riscossione Sicilia delineano una grave situazione. Adesso ci auguriamo che il governo regionale intervenga subito e in modo deciso, così come previsto dalla legge, accorpando quest’azienda all’Agenzia delle Entrate nazionale – affermano Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, e Giuseppe Gargano, segretario della Uilca Sicilia, che aggiungono: “Ci rendiamo conto che il governo nazionale si è insediato da poco e che si tratta di una partita delicata ma in ballo c’è il futuro dei dipendenti e di tutto il sistema di esazione. La nostra regione non può perdere credibilità, per questo chiediamo una convocazione. Servono garanzie e una road map definita”.
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