Ritirato il certificato antimafia alla Tecnis, colosso imprenditoriale del Sud Italia, che si è aggiudicata appalti pubblici per quasi 800 milioni di euro. Dalla metropolitana catanese, ai lavori dell’anello ferroviario e del collettore fognario di Palermo, passando per il porto di Catania, quello di Ragusa, l’interporto di Catania oltre alla Salerno Reggio Calabria e ad altre centinaia di commesse che hanno fatto della Tecnis la prima impresa del Sud Italia.
E dalla prefettura di Catania, come riportato dalla Sicilia in edicola oggi, arriva la sospensione del certificato antimafia per l’azienda catanese. L’interdittiva è stata disposta dal prefetto di Catania, Maria Guia Federico. Si baserebbe su un’indagine della Dia di Catania del 2014. Al vaglio degli inquirenti sono finiti subappalti e forniture di materiale e i possibili collegamenti con Cosa nostra. Gli agenti, su disposizione della Prefettura locale, avevano effettuato alla fine di luglio 2014 alcune perquisizioni neicantieri dell’interporto alla zona industriale e in quelli del raddoppio ferroviario etneo. Nella stessa giornata gli uomini dell’antimafia erano andati a ispezionare anche i cantieri della società catanese a Salerno, dove Tecnis è la società capofila di un raggruppamento temporaneo d’imprese che si occupa della realizzazione di Porta ovest. Un sistema di gallerie per collegare il porto commerciale con lo svincolo autostradale della Napoli-Salerno. Il progetto da 115 milioni di euro è poi finito al centro di un’inchiesta della procura salernitana dopo un crollo verificatosi alla fine del 2014.
Francesco Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, finiti ai domiciliari, erano infatti noti anche per le loro battaglie contro il racket delle estorsioni e per avere siglato protocolli di legalita’ in ogni appalto. Domenico Costanzo, in particolare, era tra i favoriti nel rinnovo dei vertici di Confindustria Catania.
“La notizia riguardante il ritiro del certificato antimafia rilasciato alla ditta Tecnis di Catania, pone nuovi interrogativi riguardo il futuro dell’azienda già fortemente compromesso dalla vicenda giudiziaria che sta vedendo coinvolti i proprietari Concetto Bosco e Domenico Costanzo. Ad interrogarsi su quello che sarà le sorti degli appalti e dei contratti di lavoro già in atto è l’Ugl di Catania che esprime forte preoccupazione per bocca del segretario territoriale Carmelo Mazzeo: “Non vogliamo assolutamente entrare nel merito delle indagini e delle scelte sia degli inquirenti che della magistratura, che stanno svolgendo in maniera eccellente il loro lavoro. Siamo invece molto preoccupati per la sorte dei numerosi lavoratori impegnati negli affidamenti attuali che, in un momento di grande crisi come questo, stanno portando nelle città interessate una boccata d’ossigeno per l’economia e l’occupazione. Auspichiamo – conclude Mazzeo – che le istituzioni, con in testa il Governo nazionale, non ignorino questo patrimonio umano e le loro famiglie, oggi più che mai in attesa di certezze e rassicurazioni”.
Comments are closed.