Roberto Vecchioni all’Università di Palermo spara a zero sulla Sicilia. E non usa mezzi termini: «Sei un isola di merda», dice durante l’incontro per il percorso formativo «Educare oggi» nell’aula magna della facoltà di Ingegneria. Il cantautore si sarebbe dovuto cimentare in un racconto, quello di un padre ad un figlio, per dirgli quello che passa e che resta di un uomo. E proprio per questo, probabilmente, ha voluto parlare chiaro, appunto come un padre a un figlio. «In tutti i posti – ha detto – ci sono tre file di macchine in mezzo alla strada e si deve passare con una fatica tremenda, è inutile mascherarsi dietro il fatto che hai il mare più bello del mondo e che hai questo e quello, non basta, sei un’isola di merda».
«La filosofia e la poesia antiche hanno insegnato cos’è la bellezza e la verità, la non paura degli altri, in Sicilia – ha aggiunto -questo non c’è, c’è tutto il contrario. E mi sono chiesto prima di arrivare qui, se dovevo dirle queste cose a voi ragazzi: «Perché non gl’invento una sviolinata? Come siete bravi, avete inventato la Magna Grecia? Sinceramente no, io non amo la Sicilia che non si difende». «Non amo la Sicilia che rovina la sua intelligenza e la sua cultura – ha continuato – Che quando vado a vedere Selinunte, Segesta non c’è nessuno. Non amo questa Sicilia che si butta via». «Mi dà un fastidio tremendo che la Sicilia non sia all’altezza di se stessa», ha concluso.
Dopo una mezz’ora di invettive sono iniziate le proteste della platea e le prime file hanno cominciato a svuotarsi. L’incontro si è concluso alle 19, è durato appena un’ora.