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Rosario Livatino: 34 anni fa l’omicidio del giudice ragazzino e “beato”. Casa aperta ai visitatori

Rosario Livatino: casa aperta a 34 anni dall’efferato delitto del giudice ragazzino, dichiarato beato del 2021, l’associazione Casa Museo Giudice Livatino apre le porte della sua abitazione e sigla accordo con la famiglia custode della sua auto

Canicattì (AG) – Porte aperte a Casa Livatino. per il 34° anniversario della morte del Magistrato Martire, l’Associazione Casa Museo Giudice Livatino apre le porte della Casa della Memoria di Viale Regina Margherita 166 a Canicattì. 

La casa, che fa parte dell’Associazione Nazionale case della Memoria, resterà aperta al pubblico tutto il giorno, dalle ore 09 alle ore 19, anche senza prenotazione.

Rosario Livatino: casa aperta e accordo con la famiglia custode dell’auto

Nell’occasione verrà siglato un accordo tra l’Associazione, custode della Casa in cui il Giudice ha vissuto tutta la sua vita insieme ai genitori, e la famiglia Terrana, custode della Ford Fiesta in cui il Giudice viaggiava il giorno dell’agguato. L’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Canicattì.

Rosario Livatino - disse don Luigi Ciotti (Libera) non era un uomo dalle grandi certezze, ma piuttosto dalle grandi e coraggiose domande. Il dubbio, la domanda profonda e feconda, erano il motore del suo pensiero e la premessa del suo agire. Sia nella fede che nella professione. Non gli interessavano una fede esibita o una carriera brillante. Aderiva con sincerità di cuore al Vangelo e lo incarnava nelle sue scelte di vita. Con altrettanta sincerità aderiva alla legge per farla rispettare, sapendo però che la legge è sempre solo un mezzo, mentre il fine è la giustizia. Questo atteggiamento è sintetizzato in una delle sue frasi più note: “alla fine dell’esistenza, non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili”. ra innamorato della vita, come tutti coloro che vivono senza risparmio, perché la vita non si può risparmiare ma soltanto appunto vivere più o meno intensamente. La Congregazione delle Cause dei Santi lo fa oggi beato perché ucciso “in odium fidei”, ossia per disprezzo verso la sua fede cristiana

L’ OMICIDIO

Rosario Livatino venne ucciso il 21 settembre 1990 sulla SS 640 Caltanissetta-Agrigento in corrispondenza del viadotto Gasena mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra. Era a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta color amaranto, quando fu speronato dall’auto dei killer. Tentò disperatamente una fuga a piedi attraverso i campi limitrofi ma, già ferito da un colpo a una spalla, fu raggiunto dopo poche decine di metri e freddato a colpi di pistola.

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