I soldi per far continuare i lavori della Rosolini – Modica (Autostrada Siracusa-Gela) sono adesso nelle disponibilità del CAS (Consorzio autostrade Siciliane) che, comunque, non provvederà al pagamento entro oggi, data ultima concessa dal COSIGE, l’impresa che sta effettuando i lavori, dopo la quale si rischia il blocco del cantiere e manifestazioni di protesta eclatanti.
Oggi scade l’ultimatum dato al CAS dall’impresa, dall’Ance e dalle sigle sindacali, ieri è arrivata una nota a firma del Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori di Ragusa, Giuseppe Guglielmino, che annuncia come il blocco sia inevitabile nonostante i soldi si trovino già nelle casse del Consorzio Autostrade. Quello diramato dall’Ance è un comunicato che sembra voler dire molto tra le righe e, soprattutto, lascia spazio a diverse domande: perché tutto questo allarmismo se i soldi ci sono e, da quello che si percepisce, non passeranno troppi giorni perché vengano trasferiti all’impresa? C’è qualcosa che non viene detta? Il CAS deve al COSIGE (consorzio tra Condotte d’Acqua Spa e Cosedil S.p.a.) oltre 15 milioni di Euro per due stadi di avanzamento lavori, cosa può cambiare per qualche giorno di attesa in più?
Partendo da queste domande abbiamo cercato di approfondire la questione alla ricerca di notizie in grado di poterci chiarire l’allarmismo dell’Ance e di capire se le preoccupazioni sono solo quelle manifestate nel comunicato stampa o dietro ci sia dell’altro. Da ciò che abbiamo appreso da alcune fonti pare che i motivi delle perplessità espresse da Guglielmino siano relative alle procedure di pignoramento cui è soggetto il Consorzio Autostrade, procedure che potrebbero rallentare di parecchio i pagamenti. Se da un lato le sigle che hanno seguito l’intera vicenda hanno esultato per la conferma dei soldi finalmente arrivati nelle casse dell’Ente, dall’altro lato la preoccupazione sarebbe quella che questi soldi possano rimanere bloccati per intere settimane prima di essere trasferiti al COSIGE.
Al momento, dunque, tra i responsabili dell’Ance, Fineal-Uil, Filca-Cisl e Fineal-Cgil, emergono sensazioni discordanti: da una parte la certezza che, passi anche qualche settimana, si riuscirà ad avere il via libera al trasferimento delle somme da parte dell’Ente pubblico regionale, dall’altro lato però la percezione è che il blocco del cantiere sia ormai inevitabile.
Un silenzio inspiegabile
La notizia relativa alle preoccupazioni dovute ad un probabile pignoramento delle somme non vengono confermate dai diretti interessati, ma tuttavia Giuseppe Guglielmino non nega l’amarezza per come si sta evolvendo la situazione e, intervistato, ribadisce le sue perplessità: «siamo seriamente preoccupati – ci dice il direttore dell’Ance” perché non riusciamo a comprendere la motivazione che porta il CAS a non trasferire il denaro al COSIGE, nonostante siamo in costante contatto con il Consorzio Autostrade, non sappiamo cosa blocca il trasferimento. Non siamo a conoscenza se il ritardo sia dovuto a problemi di natura tecnica o altro, ma il fatto è che non rispetteranno i termini pattuiti nonostante abbiano i soldi in cassa. La conseguenza- conclude Guglielmino- è che potrebbero esserci delle manifestazioni eclatanti, non dico come quelle dei forestali, ma ci faremo sentire.
Martedì termine ultimo
Ancora più preoccupato è il presidente del COSIGE, Antonio D’Andrea, ormai esasperato dopo che il Consorzio ha già anticipato cifre importanti per portare avanti i lavori.
«Il nostro consorzio – ha affermato- ha anticipato già 40 milioni di euro, ma adesso, se non arrivano i soldi che ci spettano, non siamo più in grado si sostenere i costi. Il COSIGE ha un indotto diretto e indiretto di circa 500 persone, ci sono ritardi nei pagamenti alle aziende e delle fatture, siamo arrivati a un punto cruciale. Noi- continua ancora D’Andrea- il lavoro lo vogliamo finire, altrimenti non avremmo anticipato 40 mln di euro, però non c’è la facciamo più. Aspettiamo fino a martedì- conclude il Presidente del COSIGE- con l’auspicio che questa situazione si risolva, altrimenti saranno problemi grossi».