”Rifarei tutto, forse anche molto di più. Sarei stata, però, molto più attenta nel nominare amministratori che lavorino da soli. Oggi creerei dei pool, ma noi avevamo difficoltà a trovare il singolo amministratore”.
Silvana Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, sotto processo a Caltanissetta per corruzione, abuso d’ufficio e concussione, in un’intervista al quotidiano online ”LiveSicilia”, si difende.
”Le nomine degli amministratori erano e sono collegiali. E poi mi dica qual è stato il sistema, quello di nominare persone che si stimano? Quando sono arrivata alle misure di prevenzione c’erano quindici amministratori, quando me ne sono andata erano diventati 115. Non era facile trovarli. Sono stati organizzati corsi patrocinati dalla Presidenza del Consiglio, dal Dems, dall’Università, perché non sapevamo dove trovare gli amministratori. E quelli che trovavamo subivano pesanti minacce. Se tutto questo è considerato il ‘sistema Saguto’ allora mi vanto di averlo introdotto, di avere tolto i parenti dei proposti dalle aziende sequestrate. E poi non era il Tribunale a proporre i sequestri” afferma rispondendo ad una domanda sul cosiddetto ”sistema Saguto’‘.
Gli incarichi all’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara? “Ha avuto meno incarichi di altri, gliene ho dati sei – risponde Saguto – Alessandro Scimeca (amministratore teste dell’accusa ndr) stesso definisce Cappellano un amministratore nazionale, aveva 35 dipendenti. Era il più bravo di tutti e lo confermo. Io l’ho trovato quando sono arrivata alla sezione. Mi ricordo che diede il parere negativo per la vendita di un bene del boss Bonura. Un altro boss, Rotolo, diceva che io avevo rovinato il suo amico”.
E le presunte tangenti date da Cappellano? “Parlano di 20 mila euro. Soldi mai trovati – aggiunge – Sarei miliardaria se avessi voluto. La verità è che i soldi non ci sono e lo dimostrerò nel processo”.