La presenza di Ismett genera impatti positivi che si possono classificare in due macro-aree: impatti “a monte” (generati dalla spesa di Ismett e dei propri dipendenti e visitatori) e impatti “a valle” (generati dalla mission e dai servizi di Ismett quali i servizi clinici e sanitari, l’attività di ricerca e sviluppo e la formazione di medici e personale sanitario)
Nel 2013 l’impatto complessivo della spesa Ismett sull’economia siciliana è di 132,5 milioni di euro su base annua. Tale impatto comprende 67,9 milioni di euro di impatto diretto e 64,5 milioni di impatto indiretto dovuto all’effetto moltiplicatore della spesa.
Ismett e le attività economiche ad esso collegate, generano in Sicilia 1.793 posti di lavoro (862 diretti e 931 indiretti). Sono i risultati di uno studio condotto dalla Technology Partnership Practice (TPP) del Battelle Memorial Institute presentati ieri a Roma sull’impatto economico del settore salute: produttività e legami di filiera, che identifica e quantifica i vantaggi economici e sociali di Ismett.
Lo Studio Battelle mostra che in Sicilia la presenza di Ismett genera impatti positivi che si possono classificare in due macro-aree: impatti “a monte” (generati dalla spesa di ISMETT e dei propri dipendenti e visitatori) e impatti “a valle” (generati dalla mission e dai servizi di ISMETT quali i servizi clinici e sanitari, l’attività di ricerca e sviluppo e la formazione di medici e personale sanitario).
Nel 2013 l’impatto complessivo della spesa Ismett sull’economia siciliana è di 132,5 milioni di euro su base annua. Tale impatto comprende 67,9 milioni di euro di impatto diretto e 64,5 milioni di impatto indiretto dovuto all’effetto moltiplicatore della spesa.
Ismett e le attività economiche ad esso collegate, generano in Sicilia 1.793 posti di lavoro (862 diretti e 931 indiretti).
Inoltre, ogni anno la Regione Sicilia riceve 3,1 milioni di euro in tasse come conseguenza della presenza e dell’attività dell’Istituto, mentre il Governo italiano ne riceve circa 19,6 milioni, per un ricavo annuo complessivo di 22,7 milioni di euro.
“La nostra ricerca – sottolinea Simon J. Tripp, Senior Director Battelle Technology Partnership Practice – ha evidenziato come ISMETT rappresenti il risultato di uno straordinario progetto di partenariato pubblico-privato. La collaborazione tra la Regione Siciliana e un partner privato internazionale come UPMC sono stati in grado di produrre risultati eccellenti in termini di cure e di sviluppo, con impatti significativi sull’economia e l’immagine delle Regione e del resto del Paese”.
La presenza di ISMETT sul territorio ha invertito il trend dell’esodo dalla Sicilia per i trapianti e le altre terapie ad alta specializzazione, riducendo il disagio per i pazienti e le loro famiglie e determinando un considerevole risparmio da parte della Regione.
Secondo Battelle, nel 2013 la Regione avrebbe dovuto spendere oltre 54,9 milioni di euro per cure mediche a pazienti siciliani che si sarebbero dovuti recare fuori dalla Sicilia qualora ISMETT non fosse stato operativo. Complessivamente l’impatto economico di aver trattenuto in Sicilia queste spese sanitarie, al netto delle stesse, è stato di 73.2 milioni di euro.
Il 92% dei pazienti proviene infatti dalla Sicilia, mentre la restante percentuale da altre regioni italiane e dall’estero. Nel 2013 presso Ismett sono stati visitati in ambulatorio 9.987 pazienti residenti in Sicilia, 2.306 in Day Hospital e 2.587 sono stati ricoverati.
La collaborazione con UPMC e i 780 milioni di dollari annui destinati alla ricerca da UPMC e dalla Facoltà di Medicina di Pittsburgh, permettono a ISMETT e ai suoi pazienti di accedere alle più avanzate scoperte nel campo della pratica clinica.
Attraverso la ricerca, ISMETT contribuisce ai progressi della scienza e al prestigio all’immagine della Sicilia come polo di sviluppo economico basato sulla tecnologia avanzata.
Questa vocazione e il successo del modello gestionale pubblico-privato di Ismett hanno favorito la nascita della Fondazione Ri.MED, frutto della partnership internazionale fra Governo Italiano, Regione Siciliana, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Università di Pittsburgh e UPMC, che grazie ad un finanziamento pubblico di oltre 300 milioni di euro sta realizzando a Carini (Palermo) un Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica.
Il Centro, di 25.000 mq, impiegherà oltre 600 dipendenti comprenderà laboratori di biologia strutturale, di imaging molecolare, di ingegneria biomedica, di neuroscienza, laboratori per lo sviluppo di vaccini, una struttura vivarium, uffici e un incubatore di impresa.
Nell’ambito dei benefici creati “a valle” grazie ai suoi vari percorsi formativi, l’Istituto eroga in Sicilia e in Italia formazione avanzata nel settore delle scienze biomedicali e sanitarie tramite lezioni in aula e formazione “sul campo”.
L’Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione (Ismett) di Palermo è il primo Ospedale in Italia realizzato esclusivamente per le attività di trapianto e cura delle insufficienze terminali di organi vitali. L’eccellenza sanitaria e di ricerca hanno portato ISMETT ad essere considerato uno dei più importanti centri di trapianto in Europa.
Dal 1999, anno in cui ha avviato la sua attività, Ismett ha realizzato più di 1.550 trapianti mostrando tassi di sopravvivenza tra i migliori in Italia e in Europa e curando ogni anno migliaia di pazienti siciliani e non, affetti da gravissime patologie degli organi vitali. A titolo di esempio, i tassi di sopravvivenza a un anno dal trapianto di fegato superano l’85%, a cinque anni il 75% e a dieci anni il 60%.
L’Istituto rappresenta il risultato di uno straordinario progetto di partenariato strategico pubblico-privato che ha dimostrato come la collaborazione tra l’esigenza pubblica di fornire salute a tutti i cittadini, e le capacità di gestione di un partner privato internazionale leader nel settore quale UPMC – University of Pittsburgh Medical Center, uno dei sistemi sanitari no profit più importanti degli Stati Uniti – possano dare risultati di eccellenza anche in contesti difficili come quello siciliano, con impatti significativi sull’economia e sull’immagine della Regione e del resto del Paese.
In Sicilia ISMETT non è soltanto un fornitore di servizi clinici, ma anche un importante motore economico che genera occupazione e un volume di affari notevole.
Negli ultimi anni ISMETT ha ottenuto numerosi accreditamenti, certificazioni e premi, a conferma dell’elevato livello qualitativo dell’assistenza offerta, dell’attenzione dedicata alla ricerca e alla formazione e dei risultati di eccellenza raggiunti.
Ad ottobre 2014, ISMETT ha ottenuto la qualifica come IRCSS – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico – che ne attesta il carattere scientifico nella cura e ricerca delle insufficienze terminali d’organo.
Questa qualifica, attribuita esclusivamente a realtà ospedaliere di eccellenza che trattano particolari patologie di rilievo nazionale, conferisce il diritto alla fruizione di finanziamenti statali finalizzati allo svolgimento dell’attività di ricerca relativa alle materie riconosciute.
“ISMETT è nato più di 15 anni fa per colmare una grave carenza di offerta sanitaria in Sicilia: i trapianti. Per porre fine a tale grave lacuna venne scelta la forma del partenariato pubblico-privato tra Regione Siciliana e Upmc, selezionata per le sue straordinarie competenze. In questi anni Ismett ha non solo raggiunto eccellenti risultati nei trapianti e attivato avanzati programmi di chirurgia cardiotoracica, oncologica addominale e pediatrica, ma è anche diventato un competitivo centro di ricerca e alta formazione – spiega Bruno Gridelli, Direttore d’Istituto -. E tutto ciò con metodi di gestione clinica e amministrativa che ne fanno un modello il cui valore potrà essere appieno sfruttato qualora tali metodi vengano adeguatamente valutati e replicati adattandoli alle varie esigenze del sistema sanitario regionale e nazionale”.
Per Laura Raimondo, amministratore delegato di Upmc Italy ”I risultati di questo studio valicano i confini di Ismett e della Sicilia, e raccontano del contributo che la sanità integrata alla ricerca può portare alle politiche di crescita, proponendosi quale occasione di riflessione sul ruolo che i progetti basati su una forte componente di ricerca, innovazione, formazione continua e specializzazione tecnologica possono avere sullo sviluppo economico-territoriale di un’area. E’ necessario guardare avanti e puntare alla valorizzazione di tutte le opportunità di occupazione qualificata e sviluppo che si vengono a creare nelle economie basate sulla conoscenza”.