Tutti promossi i manager della sanità siciliana. L’Agenas valuta i direttori generali di Asp e ospedali a 18 mesi dalla nomina. Secondo l’Agenzia hanno tutti raggiunto la sufficienza. L agenzia ministeriale per i servizi sanitari regionali, ha valutato i manager a metà del loro mandato, e loro hanno superato la “prova” raggiungendo gli obiettivi sanitari e contabili che l’assessorato alla Salute aveva assegnato al momento della nomina nel luglio del 2014. I migliori sono Marco Restuccia e Lucio Ficarra, che guidano rispettivamente il Policlinico di Messina e l’Asp di Agrigento. I punteggi più bassi sono andati ad Antonio Candela e Gaetano Sirna, direttori generali dell’Asp di Palermo e dell’Asp di Messina.
Per essere riconfermati al timone delle aziende era necessario superare il punteggio di 60 su 100. Valutazioni necessarie non solo per rimanere in carica (nel contratto firmato dai manager una clausola li vincolava a raggiungere almeno sufficienza pena la decadenza) ma anche per ottenere una premialità economica proporzionale al punteggio ottenuto. Al momento sono stati giudicati solo dodici dei 18 super-direttori. Gli altri sono stati nominati successivamente e per loro la scadenza dei 18 mesi è prorogata in avanti.
In cima c’è Marco Restuccia (Policlinico di Messina) con 78,60 centesimi. Alle sue spalle il manager dell’Asp di Agrigento Salvatore Lucio Ficarra con di 75,60. Segue il direttore generale dell’ospedale Villa Sofia-Cervello, Gervasio Venuti, che ottiene 74,30 centesimi. Dopo troviamo il direttore generale dell’Arnas Civico, Giovanni Migliore e quello dell’Asp di Siracusa Salvatore Brugaletta, entrambi con un punteggio di 73. Il manager dell’Asp di Ragusa Maurizio Aricò si ferma a 72. Renato Li Donni, al timone del Policlinico di Palermo, ottiene 71,7. Fabrizio De Nicola dell’Asp di Trapani 70,30.
Solo loro hanno superato i 70 centesimi. Gli altri si collocano al di sotto anche se tutti hanno ottenuto comunque la sufficienza. Il manager dell’ospedale “Garibaldi” di Catania Giulio Santonocito ottiene 68,70, quello dell’ospedale “Papardo-Piemonte” di Messina Michele Vullo 66,40, il direttore generale dell’Asp di Messina Gaetano Sirna 65,70 e quello dell’Asp di Palermo Antonio Candela 64,90 punti.
FERRANDELLI. “Il Ministero valuti l’ipotesi di commissariare la sanità in Sicilia perché il governo regionale nuoce gravemente alla salute dei siciliani”. Lo dice Fabrizio Ferrandelli, ex deputato regionale del Pd all’Ars e leader del Movimento dei Coraggiosi, a proposito dell’ennesima iniziativa del gruppo Pd all’Ars sulla Sanità, intitolata “Difendiamo la Salute”.
“Sono solo chiacchiere – aggiunge – qui a difendere la salute dei pazienti non ci pensa più nessuno. Si fanno i convegni elettorali, raccontano di un sistema sanitario tipo Grey’s Anatomy e nascondono furbescamente inefficienze, sprechi e disfunzioni che mettono a rischio la salute dei pazienti e non offrono certezze agli operatori della sanità”.
“Quattro esempi lampanti: non c’è ancora un piano della rete ospedaliera e quindi nessuna predisposizione delle dotazioni organiche, né riqualificazione e rifunzionalizzazione del sistema. Quindi, altro che concorsi! In secondo luogo, non c’è più traccia di un sistema centralizzato e unitario di polizze assicurative per tutte le aziende sanitarie siciliane contro i rischi derivanti dall’attività dell’area medico-sanitaria, già previsto dal Programma Operativo per la prosecuzione del Piano di rientro, e si assiste a costi economici insopportabili: le aziende sanitarie non assicurate, infatti, per le cause di risarcimento danni si rivolgono agli uffici legali pagando consulenze milionarie, un sistema su cui anche la Corte dei Conti indaga. In terzo luogo, la mancata attivazione della centrale unica di committenza, prevista dalla legge nazionale, per gli acquisti di forniture e servizi che lascia discrezionalità e determina sprechi. Per ultimo, il rischio paventato dai sindacati della privatizzazione della gestione delle ambulanze, ad oggi in capo alla Seus, società pubblica della Regione creata nel 2009 proprio per le clamorose disfunzioni verificatesi quando la gestione era privata”.