Tabacci, chi era costui? Ma il leader del Centro Democratico, naturalmente! E siccome il quadro politico in Sicilia è già di per se confuso, con decine di partitini, la presenza del partitino – ino di Tabacci era sicuramente fondamentale….Il Centro Democratico guidato da Bruno Tabacci, alleato di Renzi, si struttura anche in Sicilia e lancia «la sfida del cambiamento della classe dirigente ritenuta inadeguata». Il partito ha in programma di «proporre ai partiti e agli elettori la non ricandidabilità dei deputati regionali uscenti qualora non mettano fine con le dimissioni alla fallimentare legislatura». Tabacci ha scelto inoltre di «non dare asilo in Sicilia ai numerosi deputati regionali vaganti alla ricerca di collocazioni politicamente più dignitose come un partito nazionale, rifiutando di partecipare così ai giochi di palazzo che paralizzano la Sicilia». Tabacci domani incontrerà a Palermo i quadri del suo partito, ora rappresentato in Sicilia dall’ex sindaco di Catania, Francesco Attaguile, e chiama a raccolta tutti coloro che vogliono «voltare pagina» dopo i disastri prodotti da Crocetta, «per offrire un’alternativa di rinnovamento e di sviluppo credibile alla mera protesta distruttiva». Il Centro Democratico si è allargato in Parlamento nazionale a 13 deputati registrandola confluenza dei cattolico-democratici usciti da Scelta civica (Dellai, Oliviero, Caruso e altri) nel gruppo parlamentare CD-Per l’Italia. Adesso il partito spiega che «un gruppo di esperti sta elaborando un master plan per proporre all’Italia e all’Europa un nuovo ruolo trainante delle regioni meridionali puntando su una moderna infrastrutturazione materiale e immateriale e sullo smantellamento dell’accentramento regionale con l’abolizione della fallita autonomia speciale, prima che cali sulle Regioni, a partire dalle più inefficienti, la scure di Renzi». Nell’incontro di domani, che si svolgerà alle 15,30 all’Istituto Thomas More, in via delle Croci 6, Attaguile e Tabacci dovrebbero incontrare, tra gli altri, i renziani Davide Faraone e Giuseppe Bruno e Fabrizio Ferrandelli, l’unico deputato dimessosi per protesta contro Crocetta.