Last updated on 25 giugno 2017
Il gup di Palermo Nicola Aiello ha rinviato a giudizio 14 persone, tra cui i deputati Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino, nell’ambito della vicenda sulle firme false raccolte dal Movimento 5 Stelle in vista delle elezioni comunali di Palermo del 2012. Alla sbarra, il prossimo 3 ottobre, compariranno oltre ai tre esponenti attualmente sospesi dal movimento di Beppe Grillo, anche l’ex assistente parlamentare regionale pentastellata Samantha Busalacchi, Pietro Salvino, marito di Claudia Mannino, e Riccardo Ricciardi, marito della deputata Loredana Lupo, non coinvolta nell’inchiesta.
Tutti nei mesi scorsi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Rinviati a giudizio, poi, i deputati regionali siciliani Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, che hanno fin da subito collaborato con i magistrati. Altri imputati sono Giuseppe Ippolito, Stefano Paradiso, Toni Ferrara e Alice Pantaleone, candidati al consiglio comunale di Palermo 5 anni fa. Quindi l’avvocato ed ex attivista Francesco Menallo. Infine il cancelliere Giovanni Scarpello, il quale stabilì la veridicità delle firme raccolte dal Movimento 5 Stelle.
Nei confronti degli imputati, è scattata l’accusa di violazione del testo unico regionale in materia elettorale. La vicenda, portata all’attenzione delle cronache da alcuni servizi de Le Iene lo scorso autunno, riguarda il “pasticcio” combinato da alcuni attivisti, poi divenuti esponenti politici del Movimento 5 Stelle, che dopo essersi accorti, successivamente alle operazioni di raccolta delle firme, di un errore stampato sui fogli di compilazione (il luogo di nascita di un candidato era sbagliato) avrebbero ricopiato le centinaia di consensi ricevuti. Sarebbero stati in particolare 11 di loro a falsificare materialmente le firme. Nuti, nel 2012 candidato sindaco, avrebbe invece goduto di queste firme irregolari per tentare la scalata a Palazzo delle Aquile.
Sono accusati di falso materiale Samantha Busalacchi, Giulia Di Vita, Claudia Mannino, Alice Pantaleone, Stefano Paradiso, Riccardo Ricciardi, Pietro Salvino, Tony Ferrara, Giuseppe Ippolito, Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca. Il cancelliere del tribunale Giovanni Scarpello e l’avvocato Francesco Menallo avrebbero dichiarato il falso certificando la veridicità delle firme irregolari.
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