Il 4 Novembre si terrà la prima udienza fissata dal Tar del Lazio sullo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Scicli avvenuto Il 29 Aprile del 2015 su delibera del Consiglio dei Ministri. Il Tar dovrà valutare il ricorso presentato da ben tredici consiglieri comunali e quattro ex amministratori che si sono opposti al provvedimento firmato dal Ministro Angelino Alfano e che ha portato al commissariamento della città di “Montalbano”. I firmatari del ricorso hanno evidenziato una serie di incongruenze rispetto al provvedimento di scioglimento: secondo gli esponenti politici, infatti, appare strano che al provvedimento non siano seguite azioni giudiziarie nei confronti di consiglieri comunali con richieste di incandidabilità, ma è in corso un processo penale a carico dell’ex sindaco, Franco Susino, dimessosi prima dello scioglimento stesso.
Le indagini che hanno poi portato alla decisione dello scioglimento hanno seguito due piste parallele: da una parte la relazione tra il sindaco e alcuni personaggi pluripregiudicati legati al malaffare che avevano le mani in pasta nella gestione della raccolta rifiuti per cui, per anni, si è andati avanti grazie alla firma di proroghe su proroghe senza mai pubblicare un bando pubblico; Dall’altra parte, invece, l’attenzione della Commissione Prefettizia si è concentrata molto su una serie di illegittimità amministrative.
Quando è arrivata la delibera di scioglimento del Comune di Scicli, da più parti si è gridato allo scandalo per un provvedimento considerato eccessivo non solo da parte degli esponenti politici fino a quel momento in carica, ma anche da parte della maggioranza dell’opinione pubblica.
Perché Roma no e Scicli si? Questo è stato l’interrogativo che ha accomunato gran parte dei cittadini di Scicli che ritengono troppo pesante il giudizio del Governo sulla città affidata adesso alle mani dei commissari che hanno già provveduto ad attuare una serie di delibere relative all’aumento di alcune tariffe, tra le più discusse l’incremento del 40% delle rette dell’asilo nido comunale e delle tariffe per l’utilizzo degli impianti sportivi passate da 9 a 23 Euro l’ora.
Crocetta e la frase che ha scatenato tante polemiche
Secondo l’opinione di molti, soprattutto di deputati regionali di opposizione, il provvedimento di scioglimento ha avuto anche una valenza politica non indifferente. Questa tesi ha preso piede dopo le dichiarazioni, mai smentite da parte del Presidente della Regione Crocetta che, uscendo dal Consiglio dei Ministri dopo la decisione sullo scioglimento, ha affermato: «Mi spiace che a Scicli non si andrà a votare e che non sia stata colta l’occasione per chiudere col passato. Il Megafono e altri avevano dato disponibilità a candidare un esponente delle forze dell’ordine, se altri partiti avessero avuto il coraggio si sarebbe evitato lo scioglimento».
Insomma secondo Crocetta se gli altri partiti avessero confluito con il Megafono a sostegno del candidato a Sindaco espresso dal presidente delle Regione, lo scioglimento si sarebbe evitato, una dichiarazione riconfermata dallo stesso Crocetta anche in altre occasioni e rafforzata da asserzioni molto dure nei confronti dell’amministrazione locale: «a Scicli – ha affermato il Presidente della Regione in una intervista del 4 maggio 2015- si era venuto a creare un sistema di potere assurdo, qualcuno ha abusato della fiducia avuta da parte dei cittadini per stringere rapporti di potere ed economici con la delinquenza e lo Stato non poteva decidere diversamente. C’era il serio pericolo –ha ribadito Crocetta – che questi rapporti tra politici e mafia si registrassero anche nelle successive elezioni amministrative ed io ho voluto sottolineare come, mentre alcuni partiti continuavano a fregarsene della situazione, una forza come il Megafono aveva cercato di evitare questo rischio mettendo in campo candidature che con la mafia non c’entrano nulla».
Il ricorso dei commissari al ricorso dei consiglieri
Dopo mesi e mesi di polemiche adesso si arriva ad un punto cruciale della partita, dopodomani si terrà la prima udienza che darà la possibilità ai legali Armao e Iacono di accedere agli atti e prepararsi al meglio alle altre udienze che porteranno alla decisione finale da parte del Tar del Lazio. Se da una parte molti addetti ai lavori ritengono inutile il ricorso presentato dai tredici consiglieri, dall’altro lato c’è chi spera in un esito positivo della vicenda prendendo ad esempio la sentenza emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio il 21 gennaio che ha accolto il ricorso presentato dall’ex sindaco di Cirò (Calabria) reintegrando il consiglio comunale sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2013.
Molte polemiche ha suscitato anche la presa di posizione dei tre commissari che hanno deciso di opporsi al ricorso presentato dai tredici consiglieri contro lo scioglimento. Perché hanno deciso di agire legalmente a sostegno della decisione del Governo? Non dovrebbero, i commissari, attenersi a svolgere il loro ruolo di funzionari pubblici e lasciare alle altre parti coinvolte le faccende legali? Tra l’altro, per opporsi al ricorso dei consiglieri, i commissari hanno dato incarico ad un professionista esterno all’Ente per un impegno di spesa pari a 8.754,72 Euro-
A Scicli, qualora il Tar dovesse accogliere il ricorso presentato contro lo scioglimento, non ci sarebbe il reintegro del Consiglio Comunale per il fatto che le dimissioni del Sindaco sono avvenute prima della delibera del Ministero dell’Interno, ma, secondo quanto detto dai firmatari, «si tratterebbe di riscattare l’immagine della città che non meritava l’onta dello scioglimento».
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