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Sciolto per mafia il Comune di Vittoria

Last updated on 30 luglio 2018

Nel comune ibleo sono state riscontrate infiltrazioni mafiose. Lo ha stabilito il Consiglio dei Ministri, riunitosi oggi a Palazzo Chigi. Il provvedimento è relativo alle inchieste sulle infiltrazioni dei clan nei più importanti settori produttivi della città. Dopo il decreto di scioglimento il Governo invierà dei commissari per un periodo di almeno un anno e mezzo con la possibilità di proroga. Decade dunque dalla carica il sindaco Giovanni Moscato, primo sindaco di centrodestra in una città storicamente di sinistra.

“Lo scioglimento da parte del Consiglio dei Ministri del Comune di Vittoria per infiltrazioni mafiose – dichiara il Presidente della Commissione antimafia regionale Claudio Fava, che ha annunciato la volontà di recarsi a Vittoria quanto prima per offrire la collaborazione piena della Commissione – conferma quanto, già in questi primissimi mesi, la Commissione antimafia dell’ARS aveva avuto modo di accertare e cioè che settori cospicui dell’economia Siciliana sono in mano alle cosche anche grazie alle pervasive ingerenze nella pubblica amministrazione. Adesso serve che l’azione dei Commissari sia coadiuvata dai settori sani e dai cittadini di Vittoria. Un lavoro di bonifica amministrativa e culturale indispensabile per liberare la città da una insopportabile cappa di malaffare che ne ha minato nel profondo l’economia e gli spazi democratici”.

“Dedico lo scioglimento per mafia del comune di Vittoria (deliberato oggi in consiglio dei ministri) a Paolo Borrometi. Giornalista che con le sue inchieste ogni giorno combatte la mafia. Questo è il giornalismo che ci piace e di cui c’è bisogno”. Lo scrive, in un tweet, il vicepremier Luigi Di Maio.

“E’ una macchia indelebile per la città. Le indagini hanno riguardato la passata amministrazione, non coinvolgono la mia amministrazione che regge la città da appena due anni – ha affermato il sindaco di Vittoria Giovanni Moscato -. Leggerò motivazioni – aggiunge Moscato – prima di un eventuale ricorso al Tar del Lazio. Sono sereno perché abbiamo fatto un buon lavoro contro mafia e illegalità in questi due anni di azione amministrativa”. 

“Commentare lo scioglimento di un Comune siciliano per mafia è sempre triste, lo è infinitamente di più se il Comune sciolto per mafia è l’ennesimo in Sicilia. Negli ultimi tre anni ne sono stati sciolti una decina nell’Isola e questo è un segnale veramente inquietante – commenta il deputato del M5S e vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giancarlo Cancelleri -. Il voto di scambio politico mafioso è il cancro delle istituzioni – continua il pentastellato – ed era evidentemente logica la nostra richiesta di intervento dell’Osce durante la campagna elettorale delle regionali, ma alla luce dell’ennesimo fatto grave, adesso possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che non era neanche peregrina, a dispetto di coloro che sul tema hanno voluto fare facile ironia del tutto fuori luogo. Di certo ci sono due fatti: il primo è che questo è un Comune con un’amministrazione che ha padrini politici nel governo Musumeci e il secondo che i cittadini vittoriesi nel giugno del 2016 sono stati costretti a votare in un contesto assurdo, con entrambi i candidati al ballottaggio destinatari di avvisi di garanzia – conclude Cancelleri -. La pericolosa continuità col passato si debella chiudendo le porte a tutti coloro che ci hanno avuto a che fare”.

“Provo grande rabbia perché ancora una volta il nostro territorio viene macchiato dallo scioglimento per mafia di un Comune e mi dispiace non solo per tutta la provincia iblea, ma anche per i vittoriesi perché per colpa di alcuni viene colpita la stragrande maggioranza della comunità vittoriese fatta da gente onesta e laboriosa – dichiara il parlamentare regionale del Partito Democratico, Nello Dipasquale -. Su questa decisione, della quale si parlava già da mesi non sono mai intervenuto prima perché non mi piace speculare su temi simili, ma la notizia di oggi è luttuosa perché colpisce la città, gli amministratori, i consiglieri comunali, i dirigenti di partito e quelle persone serie che si impegnano per gli interessi collettivi. Provo davvero grande amarezza per l’accaduto. E’ necessario adesso mettersi subito a lavorare perché quanto accaduto deve essere un’occasione di rinascita – continua l’esponente del PD – e ritengo che Vittoria si meriti una classe dirigente all’altezza dell’importanza che questa città riveste nel Sud-Est dell’isola. Una scommessa che ci deve chiamare tutti al senso di responsabilità ed è un appello, il mio, rivolto ovviamente a chi milita nel Partito Democratico, all’intera area di centro sinistra, al civismo e alle associazioni che a questa parte politica fanno riferimento. L’appello è anche per uomini importanti che hanno dato il proprio contributo alla città, come l’on. Ciccio Aiello, con il quale in passato ho avuto tante occasione di lavorare e sono convinto che anche insieme a lui si può costruire un progetto serio per la città di Vittoria che permetta alla gente onesta di non essere considerata come quei pochi che riescono a macchiare un tessuto sociale completamente diverso da quello che viene fuori dal provvedimento del Consiglio dei Ministri. Quindi – conclude – propongo di rimboccarci le maniche insieme da subito per lavorare a una proposta che possa restituire dignità a questa città ferita”.

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