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Scoperta tratta di essere umani dalla Romania, arrestati 5 rumeni a Ragusa

La Polizia ha fermato a Ragusa cinque rumeni con le accuse di caporalato, associazione a delinquere, traffico di esseri umani e sfruttamento pluriaggravato della prostituzione, anche minorile. Le indagini sono state avviate a seguito delle dichiarazioni rese da un cittadino romeno che, prostrato da una situazione di grave sfruttamento lavorativo, si era recato presso la Questura di Ragusa, raccontando le modalità del suo trasferimento in Italia. E’ stata accertata l’esistenza di una associazione criminale finalizzata al traffico di esseri umani a fini dello sfruttamento lavorativo.

Le vittime venivano attirate con l’inganno e la falsa promessa di un’occupazione lavorativa, di una sistemazione abitativa dignitosa e, poi, invece, venivano private di ogni facoltà di negoziare condizioni di lavoro e di vita. All’arrivo in Italia tutte le vittime venivano costrette ad abitare in immobili privi di riscaldamento, a vestirsi con indumenti prelevati dai rifiuti, a cibarsi di alimenti scaduti o di pessima qualità ed erano condotte nei vari terreni dai sodali e li’ controllate al fine di mantenerne alta la produttività, usando a tale scopo una violenza inaudita. Le indagini hanno permesso di identificare numerose vittime del traffico di esseri umani gestito dagli indagati. Tutte le vittime si trovano adesso presso un’associazione anti-tratta.

LE REAZIONI

“Gli arresti di Ragusa per sfruttamento del lavoro bracciantile di immigrati, violenze e sfruttamento della prostituzione confermano il dilagare del caporalato nelle campagne siciliane. Episodi analoghi sono di poche settimane fa, mi riferisco a quelli di Agrigento e di Siracusa. E’ dunque una situazione grave che può attecchire grazie alle falle dell’attività amministrativa della Regione cui spettano compiti ispettivi cui evidentemente non si adempie per come si dovrebbe”. Lo dice il segretario generale della Flai Cgil Sicilia, Alfio Mannino, che sottolinea: “L’azione delle forze dell’ordine non può essere sufficiente. Alla repressione bisogna anche infatti accompagnare misure di prevenzione, stringendo innanzitutto le maglie dei controlli”. Mannino ricorda che “la Flai Cgil, assieme a Fai e Uila, ha già proposto al governo regionale l’istituzione di una cabina di regia e presentato una proposta di riforma del mercato del lavoro finalizzata anche ad arginare il fenomeno dello sfruttamento e dell’illegalità nei campi, e sarebbe il caso, alla luce dell’accaduto, che la regione non perdesse più tempo Occorre inoltre attuare integralmente le leggi esistenti, come la 199/2016”. 

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