Si svolgerà a Palermo tra fine agosto e inizio settembre la Festa Nazionale dell’Unità. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi nella riunione al Nazareno con i segretari regionali e provinciali del partito. ‘C’è chi dice sì’ sarà lo slogan della festa che servirà a tirare la volata al referendum istituzionale di ottobre.
«Non dividiamoci per questioni interne. Deve essere una battaglia unitaria», ha aggiunto il presidente del Consiglio consegnando ai segretari territoriali il modulo per la raccolta delle firme, in vista della giornata di mobilitazione di sabato, e accogliendo la proposta del Pd di Reggio Emilia per cui le feste dell’Unità saranno dedicate alla campagna referendaria, con un sottotitolo che richiama la mobilitazione per il “sì”.
Renzi ha rassicurato la minoranza sui tempi della legge elettorale per il nuovo Senato. «Dopo il referendum manteniamo gli impegni presi, “pacta sunt servanda”, la discussione non esiste. C’è una disponibilità molto laica e molto neutra, e Vannino Chiti lo sa». E si è detto fiducioso sull’esito positivo del referendum: «Tanti iscritti ad altri partiti che hanno votato no alle riforme, come Sinistra Italiana, voteranno sì al referendum. Perché questa riforma fa le cose di cui si parla da trent’anni».
Infine, il premier ha rivendicato il ruolo del Pd come movimento realmente democratico: «Dobbiamo essere orgogliosi. Basta paura, basta atteggiamento remissivo. Fuori da noi non c’è alternativa di un movimento democratico altrettanto significativo».
L’Unità intanto non se la passa bene. Salvo clamorosi dietrofront, il nuovo direttore dello storico giornale fondato da Antonio Gramsci sarà Riccardo Luna, uno degli esperti di digitale più conosciuti in Italia. Una mossa quasi disperata da parte del premier Matteo Renzi (il Pd detiene il 20% de L’Unità ), deciso a puntare sull’innovazione per rilanciare un quotidiano in crisi da tempo, con perdite vicine ai 250mila euro al mese nonostante il grande clamore del recente ritorno alle stampe.