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Sicilia, agroalimentare: i produttori di prosciutto da suino nero dei Nebrodi rafforzano la commercializzazione

Unire le forze per commercializzare tutti insieme i prodotti derivati dal Suino Nero dei Nebrodi. È l’obiettivo che si sono dati produttori e allevatori che a breve si organizzeranno con forme associative per sfruttare al massimo i canali di vendita verso i mercati nazionali ed esteri. È quanto è emerso dall’incontro “Fare impresa nell’agroalimentare: metodi, strumenti e prospettive” che ha messo insieme gli attori principali di questa filiera con lo scopo di lanciare definitivamente i numerosi prodotti di Suino Nero, apprezzati per bontà e qualità. Inoltre, i produttori auspicano la realizzazione di un macello  locale che darebbe ulteriore slancio alle attività e un ruolo attivo delle banche locali nel sostegno delle varie iniziative.

Una filiera che ha numerose frecce nel suo arco: i salumi e i prosciutti (con la possibilità di produrli nel nuovissimo stabilimento di Galati Mamertino del consorzio Terre dei Nebrodi), il ragù, la porchetta (come quella dell’azienda Il Vecchio Carro che ha recentemente riscosso successo a Stoccarda). I buoni esempi non mancano: Pippo Borrello, presidente del Consorzio Terre dei Nebrodi, ha chiuso ilsuo salumificio privato per puntare esclusivamente sullo stabilimento di Galati, mentre Antonio Amata della cooperativa La Terra sta già organizzando i canali di vendita .

Aspetto da non sottovalutare, secondo Pino Gullo di Legacoop, è il fatto che “i prodotti devono esprimere sempre l’identità del territorio. All’estero piace mangiare italiano e conoscere le tipicità gastronomiche siciliane: solo esprimendo un’identità si possono penetrare i mercati”. Perché, ha evidenziato Pietro Cami, amministratore di una catena di supermercati, “solo con un valore aggiunto identitario un prodotto può competere con quelli delle multinazionali”. Ma “per valorizzare un territorio – ha sottolineato Melita Nicotra, ricercatrice all’Università di Catania – occorre anche innovare non solo gli strumenti, ma tutto il sistema di produzione. Inoltre, bisogna cavalcare, e non subire, l’onda della globalizzazione intercettando, nel mondo, consumatori intelligenti interessati alle nostre nicchie”. Mercati che vanno aggrediti con la qualità, ma anche con la massa, secondo Gaetano Li Pomi, direttore dell’area commerciale Unicredit di Messina che ha sottolineato, inoltre, come ci sia grande attenzione da parte di Unicredit all’agricoltura: “È il settore dove il tasso di default e di insolvenza in Italia è più basso. Gli agricoltori hanno imparato a gestire i finanziamenti”. Fondamentali diventano anche strumenti come la formazione aziendale “da considerare un investimento e non un costo” ha detto Saverio Leanza di EuroSoluzioni e coperture assicurative per proteggere le proprie esportazioni, ha affermato Roberto Lio di Atradius indicando anche una strada: “Organizzazioni produttive riescono a fare massa critica con grandi benefici sui mercati nazionali e internazionali. Nel mio lavoro ne ho avuto dimostrazione”.

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