Presentato pubblicamente il DDL su “Beni Culturali ed Economia”, che ha come primo firmatario Fabrizio Ferrandelli, deputato regionale del Pd, definisce alcune linee guida per una governance culturale in grado di indicare nuovi modelli per uno sviluppo sostenibile culturale della Sicilia anche e soprattutto attraverso la partecipazione dei privati.
Al dibattito, coordinato da Manlio Mele, tra gli estensori del ddl, ha partecipato anche tra gli altri, Davide Faraone, responsabile nazionale del Welfare.
Il DDL nel definire un “Piano Strategico Culturale”, individua gli strumenti non solo per tutelare e gestire il complesso patrimonio dei beni culturali, materiale ed immateriale ma, soprattutto, per costruire una visione strategica e integrata dei processi culturali con i piano di sviluppo del nostro territorio, all’interno di un processo collettivo che viene definito “Sicily Shire”.
Il Piano Strategico prevede altresì, il coinvolgimento dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, prevedendo un proficuo utilizzo, per le finalità inerenti il percorso culturale, dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Il DDL definisce i criteri di partecipazione dei privati nella gestione dei beni culturali ed in particolare stabilisce le modalità di acquisizione di donazioni di modico valore, da parte di privati, destinate ai beni e alle attività culturali. In particolare sia i privati sia le imprese, siciliane e non, possano divenire esse stesse motori di finanziamento per la cultura, tramite la possibilità di ricevere uno sconto sull’addizionale IRPEF (20%) per coloro che investono sui beni culturali, ambientali e sulla promozione della cultura in genere.
L’articolo 2 comma 7 prevede, tra le altro, il recepimento dell’attuale, Decreto Legge 31 maggio 2014, n.83, che individua i criteri di erogazioni liberali in favore delle varie istituzioni culturali siciliane.