Last updated on 6 marzo 2021
“Fp Cgil Sicilia conferma le ragioni dello sciopero regionale unitario del 23 giugno contro le scelte politiche dei governi nazionale e regionale che affossano le ex Province”. Lo dice il segretario regionale Enzo Abbinanti a margine di un incontro a Palazzo Comitini tra le Rsu e il sottosegretario Davide Faraone.
“Il governo nazionale parla di dialogo, ma senza modificare di un millimetro le sue decisioni e solamente chiedendo ai lavoratori di fidarsi che i loro posti di lavoro saranno salvaguardati. Evidentemente a Roma come a Palermo non è ancora ben chiaro che già a fine mese alcune centinaia di lavoratori precari rischiano di restare a casa e che tutti gli altri lavoratori, di ruolo, potrebbero essere messi in mobilità nei prossimi mesi senza che vi siano posti disponibili dove essere ricollocati. Stessa sorte seguirebbero gli insegnanti dei licei provinciali passati allo Stato ma ancora gestiti economicamente e giuridicamente dalle ex Province. Siamo stretti in una morsa: da un lato il governo nazionale che non intende minimamente recedere sui tagli e sul superamento degli enti di area vasta, dall’altro quello regionale che ancora latita sulla riforma e non ha neanche istituito l’unità di crisi chiesta dai sindacati all’assessore Leotta meno di un mese fa per affrontare le emergenze. È chiaro che, in assenza delle risposte che ci saremmo attesi, solo la mobilitazione unitaria dei lavoratori attraverso l’iniziativa di tutte le sigle e delle RSU potrà dare un segnale forte che anche i governi più sordi non potranno non sentire. Il 23 in piazza e per le strade a Palermo migliaia di lavoratori in sciopero difenderanno i loro diritti ed i servizi da garantire ai cittadini”. Nel corso dell’incontro Maria Pia Di Vita ha anche consegnato anche un documento sullo stato del personale provinciale in servizio nei licei linguistici (di Palermo e passati alla gestione dello Stato. Docenti che continuano ad essere pagati dalla provincia in una situazione di disparità nei confronti dei colleghi statali.
A Palermo per l’incontro con Faraone c’erano le Rsu di Palermo e delle altre province siciliane. A preoccupare i sindacati, oltre alla riforma siciliana ancora in alto mare, sono i tagli di risorse previsti nella legge di stabilità. “Alle Province verrà sottratto un miliardo solo per quest’anno e una cifra doppia nei prossimi due anni – dice Filippo Romeo, segretario di Fp Cgil Palermo – Questo, insieme all’inerzia del governo regionale sulla riforma, determineranno il probabile dissesto degli enti”. Un dissesto che Fp Cgil definisce “di Stato”. Per Saverio Cipriano (Cgil) e Maurizio Magro Malosso (Cisl), coordinatori Rsu alla Provincia di Palermo, è “gravissimo il silenzio e l’inerzia del governo regionale che mantiene gli ex enti in stato di commissariamento”.
Al sottosegretario, i rappresentanti sindacali hanno ribadito la gravità della situazione denunciata qualche settimana fa. A Caltanissetta mancano i soldi persino per mettere la benzina nei mezzi e fare i controlli sulla manutenzione stradale. A Enna per 1400 chilometri di strade a disposizione ci sono appena 80 mila euro. “La situazione – dice il segretario di Fp Cgil Enna Giovanni La Valle – è gravissima. Oggi c’è stata una nuova assemblea per fare il punto sui servizi pubblici in affanno e sulle risorse in bilancio che sono sempre meno. Il risultato? Dal 30 giugno 108 precari (al servizio della Provincia da 25 anni), rischiano di non avere rinnovato il contratto mentre ai presidi delle scuole superiori è stato comunicato un taglio dei contributi del 30 per cento per il mantenimento delle strutture”
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