Il mercato del lavoro ha beneficiato del miglioramento dell’attività produttiva: l’occupazione è aumentata ancora nel settore dei servizi ed è tornata a crescere nell’industria in senso stretto. È nuovamente salito il numero dei lavoratori dipendenti, grazie al contributo positivo delle assunzioni con contratti a termine. La dinamica occupazionale ha continuato a essere favorevole per i più anziani e, in misura più modesta, per i laureati. In regione l’incidenza di questi ultimi, sia tra gli occupati sia nella popolazione, è più esigua rispetto alla media italiana, anche a seguito di una minore richiesta di figure professionali qualificate e per effetto delle migrazioni.
Nel 2017 la dinamica positiva dell’occupazione e condizioni di accesso al credito nel complesso favorevoli hanno sostenuto la spesa per consumi delle famiglie. Il livello del reddito disponibile in termini pro capite rimane, però, notevolmente inferiore a quello medio nazionale; in Sicilia risulta più elevata inoltre l’incidenza delle famiglie con redditi bassi e la quota di quelle a rischio di povertà o esclusione sociale.
Come nel resto del Paese, tra il 2008 e il 2016 la ricchezza è cresciuta a ritmi modesti, frenata dalla consistente flessione delle quotazioni immobiliari. Il portafoglio finanziario delle famiglie è più concentrato nelle attività più liquide rispetto a quello medio italiano, sebbene nel 2017 sia proseguita la crescita degli investimenti nei prodotti del risparmio gestito.
Il peso dell’indebitamento sul reddito disponibile delle famiglie risulta sostanzialmente allineato a quello medio italiano. Dopo la forte crescita dell’anno precedente, nel 2017 le erogazioni di nuovi mutui si sono ridotte, in connessione con il rallentamento del mercato immobiliare; la crescita del credito al consumo si è invece ulteriormente rafforzata. Nel 2017 il processo di riconfigurazione della rete distributiva bancaria tradizionale è proseguito con la stessa intensità dell’anno precedente: alla chiusura delle dipendenze si è associata una maggiore diffusione dei canali informatici di contatto con la clientela. Tra il 2013 e il 2017 l’utilizzo di strumenti alternativi al contante è cresciuto notevolmente; si è incrementato in particolare il ricorso alle carte di pagamento, favorito dalla loro maggiore diffusione tra la popolazione e dal loro uso anche per transazioni di importo più contenuto rispetto al passato.
A differenza di quanto osservato a livello nazionale, in Sicilia il credito ha sostanzialmente ristagnato. Sull’andamento ha inciso il calo dei prestiti alle Amministrazioni pubbliche e alle imprese; i finanziamenti alle famiglie hanno invece continuato a espandersi. La capacità di ripagare i debiti da parte della clientela siciliana è notevolmente migliorata, favorita dalla congiuntura economica favorevole e dai bassi tassi di interesse. Il flusso di nuovi prestiti deteriorati è tornato sui livelli precedenti la crisi finanziaria e il peso dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche si è sensibilmente ridotto, grazie anche alle ingenti operazioni di cessione effettuate soprattutto dagli intermediari di maggiore dimensione.
Negli ultimi anni la spesa delle Amministrazioni locali si è complessivamente ridotta: alla modesta crescita della spesa sanitaria si sono contrapposti il calo del costo del personale e una significativa contrazione degli investimenti. Le entrate correnti degli enti territoriali sono lievemente aumentate, grazie principalmente alla dinamica dei trasferimenti erariali. È proseguito il calo del debito delle amministrazioni locali siciliane, la cui incidenza sul PIL rimane comunque superiore alla media nazionale.