Ancora una volta sarà lo “stato di emergenza” con il quale la Sicilia gestirà il grande problema dei rifiuti sull’isola, che produce ogni anno 2 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti, contribuendo per gran parte al totale nazionale, che è di 30 milioni (anche questo dato è altissimo, rispetto a tutta il resto d’Europa, che insieme si ferma a 210). Ieri il presidente Rosario Crocetta lo ha espressamente chiesto al sottoegretario Graziano Delrio, e tutto lascia pensare che verrà accontentato. La missione romana – condotta assieme al neo assessore all’Energia, Vania Contrafatto, e al direttore generale del dipartimento Acque e rifiuti, ingegnere Domenico Armenio – nasceva dalla necessità affrontare l’emergenza generata dalla chiusura (per motivi diversi) delle mega-discariche di Mazzarà Sant’Andrea e di Siculiana. Crocetta si dice «soddisfatto per la grande apertura e per la disponibilità del governo nazionale sulle questioni siciliane».
Ecco cosa dice il Governatore in una nota diramata ieri: «Il governo regionale ha rappresentato al sottosegretario Delrio la grave situazione che si è prodotta sul territorio siciliano per effetto della chiusura, durata alcuni giorni, della discarica Oikos di Motta Sant’Anastasia e per il provvedimento di fermo dell’autorità giudiziaria nell’impianto di Mazzarrà Sant’Andrea, che ha sottratto ben 1.200 tonnellate al giorno quanto a capacità di conferimento e danni a cascata per i Comuni che ne usufruivano, portando alla chiusura della discarica di Siculiana per saturazione. La proposta del governo regionale è quella di avere un periodo di commissariamento che possa consentire interventi immediati per portare la capacità di conferimento a quella prevista dal piano regionale dei rifiuti. Il sottosegretario Delrio ha assicurato il confronto immediato col ministero dell’Ambiente per valutare la possibilità di disporre i provvedimenti legislativi necessari».
Nel frattempo continua la verifica del dipartimento Acque e rifiuti sulle discariche esistenti, per verificare la fattibilità di eventuali ampliamenti o la riapertura dei siti chiusi. La discarica di Siculiana, gestita dalla “Catanzaro costruzioni”, rimarrà chiusa per almeno altri 30 giorni per consentire i lavori di adeguamento. A preoccupare di più sono, però, le condizioni dell’impianto messinese di Mazzarà Sant’Andrea (al momento sotto sequestro), dove si attende la verifica disposta dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto, dove già sono stati rilevati – si legge in una relazione – «notevoli indici di inquinamento nelle acque sotterranee e situazioni di criticità sulle pareti, correlate con fuoriuscita di percolato», nonché «condizioni precarie d’equilibrio del corpo della discarica che potrebbero portare fenomeni franosi di rilevante pericolo in un breve-medio periodo».
L’ordinanza firmata a fine novembre dal presidente Crocetta, che prevede il conferimento dell’immondizia prima destinata a Siculiana e Mazzarà nelle discariche oggi disponibili in Sicilia, potrebbe essere prolungata.
Ma il problema non è l’emergenza, è la pianificazione. Secondo gli ultii dati delle agenzie europee, la Sicilia nel 2013 ha versato in discarica il 93% dei rifiuti, dato tra i più alti in Europa. Alla fine del 2013 le discariche attive in Sicilia erano ben tredici, tre solo in provincia di Catania, che produce rifiuti quanto l’intera regione Lombardia (che, invece, porta solo il 7% dei rifiuti in discarica). Ma c’è anche una curiosità: secondo il rapporto ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2013 la Sicilia ha anche importato dall’estero 5000 tonnellate di rifiuti…
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