Sempre più difficile la situazione delle ex province in Sicilia. I Liberi Consorzi sono in difficoltà economiche tali da non poter garantire i servizi essenziali.
“Il Governo regionale chieda a quello nazionale il rinvio del contributo di solidarietà di 120 milioni di euro a carico delle ex Provincie regionali, per scongiurare il dissesto economico e il licenziamento di migliaia di lavoratori”. A dichiararlo è stato l’esponente dell’opposizione all’Ars Nello Musumeci, che ha presentato insieme ai deputati del Gruppo Lista Musumeci, Formica e Ioppolo, un’interrogazione al Presidente della Regione, all’Assessore delle Autonomie locali e all’Assessore dell’Economia.
Nell’interrogazione si fa riferimento all’attuale condizione delle ex Provincie regionali e alla gravissima crisi di liquidità delle stesse, che potrebbe portare al licenziamento del personale se dalla Regione Siciliana non dovessero arrivare i fondi necessari. Uno spettro concreto, visto che il Ragioniere generale della Regione ha confermato la disponibilità di appena 20 milioni di euro, contro una esigenza minima di circa 130 milioni, richiesti dai nove Commissari.
“Nonostante i ripetuti appelli sui rischi legati allo scioglimento affrettato delle Provincie – ha spiegato Musumeci – nonostante i continui moniti sul pericolo di dissesto di quegli Enti a causa della mancata istituzione dei Liberi Consorzi, il Governo è andato avanti senza alcuna programmazione e pianificazione, con il solo risultato di avere condannato i commissari ad una condizione di impotenza e di paralisi amministrativa”.
“E adesso – ha concluso – il rischio dei licenziamenti, che si aggiunge alla già penosa condizione delle strade provinciali e delle scuole, in totale abbandono, e al dramma della sospensione dei servizi sociali per i disabili”.
CISL. “Basta giochetti” sugli enti di area vasta. È quanto la Cisl manda a dire a governo regionale e Ars. Per il sindacato guidato in Sicilia da Mimmo Milazzo, va superato il sistema del commissariamento delle ex Province che si protrae da più di tre anni anche perché “c’è il rischio che lo stop ai servizi istituzionali in tema di sicurezza scolastica, viabilità, servizi ai disabili, si traduca in una raffica di denunce all’autorità giudiziaria per omissione d’atti d’ufficio o interruzione di pubblico servizio”. Sarebbe un’impasse sull’impasse. Per la Cisl, vanno garantiti i servizi alla comunità e “Regione e Ars – afferma Milazzo – devono sbrigarsi a fare la loro parte”. Il segretario fa appello al governatore Crocetta, che oggi avrebbe dovuto incontrare i sette commissari straordinari delle ex Province che stanno ancora al loro posto. Ma l’incontro è saltato. E all’Ars, dove il testo che emenda la legge regionale su Liberi consorzi e città metropolitane per far fronte all’impugnativa dell’ottobre scorso, del Consiglio dei ministri, non arriva ancora in aula. “Accelerino”, insiste la Cisl, ponendo l’accento sulla “sorte di 5.400 lavoratori a cui vanno aggiunti 700 precari e i dipendenti delle Partecipate”. Una via d’uscita che taglia definitivamente la testa al toro, per la Cisl c’è. “Passa – spiega Milazzo – per la ridefinizione dei rapporti finanziari Stato-Regione: una trattativa ormai imminente dopo l’approvazione della legge regionale di Stabilità, nell’ambito della quale – sottolinea il sindacato – bisogna tener presente anche il fabbisogno dei nuovi enti intermedi”.
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