PALERMO – Il WWF Italia lancia la campagna online “Sicilia, il Petrolio mi sta stretto” che durerà tutta l’estate, all’interno della iniziativa WWF “Per un Mediterraneo di qualità”.
Il Mediterraneo è anche una delle vie d’acqua più trafficate del mondo, il 15% del traffico globale passa per il Canale di Sicilia. Più di 325.000 transiti si verificano ogni anno rappresentando un capacità totale di trasporto pari 3,8 miliardi tonnellate. Si stimano, nella media, che 200.000 navi commerciali attraversano il Mediterraneo dirette verso i 300 porti del bacino. E si ipotizza anche questi valori tenderanno a crescere di tre o quattro volte nei prossimi 20 anni.
“Ogni qual volta guardo la mappa ufficiale delle concessioni per estrazione petrolifera fornita dal Ministero dello Sviluppo Economico mi sento circondato e penso solo ad una cosa: chi pagherà se qualcosa va storto? “ si chiede Marco Costantini responsabile Mare WWF Italia.
Alcuni degli oceani più iconici del mondo sono anche i più a rischio, secondo un nuovo studio del WWF Internazionale ‘Accidents at sea’ sugli incidenti di navigazione. Il Mediterraneo e il Mar Nero, il Mar Cinese Meridionale e Indie orientali, il Mare del Nord e le isole britanniche sono i punti più pericolosi per gli incidenti che coinvolgono navi.
Le navi da pesca sono quasi un quarto delle navi perdute in mare, ma le navi da carico rappresentano oltre il 40%. Il rischio per l’ambiente è direttamente collegata al tipo e alla quantità di sostanze pericolose trasportate, in particolare il petrolio, alla fase di trasporto e alla sensibilità della zona marina in cui potrebbe verificarsi un incidente.
Nel 2002 la petroliera Prestige affondata causando oltre 70.000 tonnellate