Non chiamatelo fallimento. Il governatore Rosario Crocetta potrebbe offendersi. Ma di certo di fallimento si tratta. La rivoluzione dei rifiuti non c’è stata e l’ex assessore Nicolò Marino ha impiegato più tempo a fare polemiche che a risolvere i problemi. Tornare a chiedere il commissarimento e lo stato di emergenza è una scorciatoia che non paga visto che, come si suol dire, la via più breve non porta in Paradiso.
La disorganizzazione totale in cui versa la gestione della raccolta dei rifiuti nella nostra regione ha radici nell’incapacità della regione di gestire correttamente problemi complessi, nell’incapacità di realizzare in tempi normali impianti utili a evitare il caos. E la regione che non riesce ad affrontare l’ordinario chiede che gli si venga affidato lo straordinario che fin qui ha solo provocato danni. In nome di che cosa? Delle deroghe forse? Ora Crocetta annuncia un nuovo piano rifiuti e così a furia di fare piani stiamo costruendo palazzi velleitari. Crocetta è andato qualche giorno fa a Roma e al sottosegretario Graziano Delrio ha chiesto di intervenire presto per commissariare la Sicilia. Ma non è ancora chiara la strategia. Perché se il commissariamento serve a ripetere gli errori del passato a magari a spendere con procedure d’urgenza qualche centinaio di milioni di euro, allora è meglio che il governo nazionale ci pensi bene. E ascolti attentamente le parole di Raffaele Cantone, il presidente dell’autorità anticorruzione, che sul punto è stato chiaro: alla base della corruzione c’è l’emergenza. E ha aggiunto: è ora di dire basta a una situazione di continua emergenza, se il problema era conosciuto da tempo non si capisce che emergenza è. Sembra un giudizio ritagliato sulla Sicilia anche se è ovvio che Cantone si riferisce ad altro, a Roma per esempio. Ma è meglio pensarci ora a quelle parole e smetterla di proporre continuamente di commissariare un settore come quello dei rifiuti in cui i pescecani del malaffare vorrebbero nuotare con libertà. E se proprio dobbiamo nominare un commissario nominiamo Cantone.
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