Oltre sette miliardi di beni venduti all’estero nel 2016: l’export siciliano rappresenta il 16,5% del totale esportato dal Sud Italia. Instabilità, protezionismo, Brexit e difficoltà dei mercati emergenti sono però fattori di rischio.
E’ il tema affrontato oggi a Palermo, nella sede di Sicindustria, nella seconda tappa del Roadshow 2017 di Sace e Simest, società del Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo Cassa depositi e prestiti, dedicata al tessuto imprenditoriale siciliano che sta trovando nei mercati esteri un importante bacino di opportunità, contribuendo da solo a oltre il 16% dell’export dal Sud Italia.
“Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, le imprese della Sicilia continuano a trovare nell’export e nell’internazionalizzazione un importante leva di sviluppo e valorizzazione delle produzioni ed eccellenze locali – ha detto Livio Mignano, responsabile della Rete domestica di Sace – ma richiedono soluzioni più evolute per proteggere il business e rafforzare la competitività e la gestione dei rischi, in uno scenario globale sempre più complesso. Con il Gruppo Cdp siamo sempre più vicini alle realtà di questa regione che oggi potranno rivolgersi al nostro nuovo ufficio di Palermo“.
Un impegno che solo nell’ultimo anno ha permesso di mobilitare 150 milioni di euro di risorse a sostegno di export e internazionalizzazione in favore di 500 aziende siciliane.
L’incertezza che ha caratterizzato il contesto globale nell’ultimo anno, come evidenziato dalle rilevazioni della Country Risk Map 2017, ha influito negativamente anche sulla performance complessiva delle esportazioni siciliane. A risentirne soprattutto i settori core, ovvero prodotti raffinati e chimici che da soli valgono oltre il 60% del totale, su cui pesano particolarmente le instabilità dei mercati nordafricani e mediorientali.
Tuttavia, vi sono settori in controtendenza che hanno registrato buoni tassi di crescita: in primis eccellenze locali quali i prodotti dell’agricoltura (+7,3%)e alimentari (+8,8%), ma anche altri comparti quali la farmaceutica (+47%), la meccanica strumentale (+10,8%), la metallurgia (+25,5%), tessile e abbigliamento (+22,8%), che insieme pesano per quasi il 25% del totale esportato.
Nonostante i Paesi extra-Ue siano le destinazioni privilegiate dell’export regionale, con Stati Uniti e Turchia in forte calo nel 2016, segnali positivi sono arrivati da alcuni mercati europei quali Spagna, Germania, Belgio, Slovenia e Regno Unito. Tra i mercati del Nord Africa, invece, il Marocco è l’unico in controtendenza, con una crescita dell’export del 16,7%.
Al centro dell’incontro di oggi con alcuni dei protagonisti del panorama imprenditoriale locale – Baxenergy, Misitano&Stracuzzi, Oranfrizer – la presentazione della Country Risk Map 2017, per orientare le imprese tra rischi e opportunità nei mercati internazionali, e degli strumenti assicurativo-finanziari per crescere in sicurezza in un mondo dominato da incertezza e instabilità. Tra i rischi più impattanti per le imprese esportatrici della Sicilia ci sono l’instabilità geopolitica che continua a interessare diversi mercati d’investimento e di sbocco, partner storici del territorio, come quelli nordafricani e mediorientali. Senza sottovalutare, inoltre, le conseguenze di nuove politiche protezionistiche e del loro impatto sul commercio dell’area verso quei Paesi che le stanno attuando.
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