“Grazie all’accordo chiuso con lo Stato, che porterà un miliardo e 685 milioni all’ anno nelle casse regionali, siamo in grado di affrontare problemi vecchi in modo serio. Possiamo finanziare progetti che ristrutturano settori importanti: penso alla formazione professionale, all’ agenzia per i precari, alle ex Province. Sono tutti problemi che affronteremo in una manovra di assestamento di bilancio che proporremo all’ Ars fra la fine dell’ estate e settembre”. Lo dice l’assessore regionale all’economia, Alessandro Baccei. in un’intervista al Giornale di Sicilia.
Quella dei precari resta l’emergenza più storica. Sono stati circa 8 mila i lavoratori precari che giovedì si sono recati a Palermo insieme a 100 Sindaci dei Comuni siciliani per protestare contro la Regione e il Presidente Rosario Crocetta che in quel momento si trovava all’incontro convocato con l’assessore alla Funzione pubblica e delle Autonomie locali, Luisa Lantieri e l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei per affrontare il tema della stabilizzazione dei precari.
Presenti in piazza anche il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il Presidente dell’Anci, Mario Emanuele Alvano.
E mentre monta la protesta e i lavoratori chiedono la stabilizzazione il Presidente Crocetta fa sapere che “sono state vagliate diverse ipotesi, in presenza di una normativa nazionale che attualmente non consente, per i problemi di organico che hanno i comuni e le esigue risorse a disposizione, di occupare tali lavoratori all’interno dei ruoli previsti nelle amministrazioni pubbliche. La soluzione più immediata su cui il governo sta lavorando, non è quella di creare una nuova agenzia né nuove società, sia per la lungaggine dei procedimenti legati alla costituzione di un nuovo organismo ma soprattutto perché esiste già un contenitore, la Resais, che ha proprio la missione di gestire la transizione, nella prospettiva di un incardinamento dei lavoratori presso gli enti pubblici”.
Sembrerebbe in sostanza che le soluzioni ai problemi dei precari ci siano, anche se le difficoltà oggettive rimangono. Crocetta, intanto, fa sapere che nei prossimi giorni il governo farà i passi necessari “per verificare la fattibilità legislativa dell’operazione”. In merito alle vicende finanziarie, il presidente comunica che è stata approvata dalla giunta una norma che prevede interventi urgenti per i Comuni in dissesto e il liberi Consorzi comunali, che riguarda i lavoratori a tempo determinato. Il testo è già incardinato e pronto per l’approvazione in Parlamento. Inoltre, per effetto dell’accordo Stato – Regione, che prevede 550 milioni di euro a favore della Regione per il 2016 e un miliardo 685 milioni – a regime – per gli anni successivi, si potranno effettuare i trasferimenti a favore di comuni, partecipate, liberi consorzi e lavoratori precari, senza ritardi.
“Stiamo rispettando il nostro programma elettorale – ha affermato il Crocetta – che prevedeva il rigore dei conti, salvando la Sicilia da un disastro certo, senza fare macelleria sociale, rispettando la dignità dei lavoratori e dei disoccupati. La volontà di procedere su questa linea è chiara, la giunta ha approvato un pacchetto di interventi e investimenti a favore di giovani, disoccupati e inoccupati che vale 350 milioni di euro”. Intanto, per mercoledì prossimo, presso l’assessorato Autonomie locali, ci sarà un altro incontro tra il governo siciliano, le organizzazioni sindacali e l’Anci.
Per l’opposizione, l’accordo con lo Stato condanna la Sicilia. “Questo – ha detto Claudia La Rocca, del Movimento Cinque Stelle– è un accordo assolutamente sbilanciato che di fatto delegittima l’autonomia legislativa della Sicilia. Prevede la riduzione strutturale della spesa corrente del 3% rispetto all’anno precedente per il triennio 2017/2020. Tale riduzione dovrebbe realizzarsi attraverso delle norme che dovrebbero essere portate a termine entro il prossimo 30 Settembre. Non capiamo come un governo che non è riuscito a portare a termine una sola riforma strutturale in 4 anni, riuscirà a portare a termine diversi provvedimenti, di non poco conto, in soli 3 mesi”.