Approvata dalla giunta regionale la nuova rete ospedaliera siciliana. In questo modo si va verso lo sblocco delle assunzioni nel settore. Confermati accorpamenti e riorganizzazioni che ridurranno di 270 i reparti presenti nell’Isola: si passerà da 1.340 a 1.070. Non ci sarà invece, per il momento, alcuna chiusura o ridimensionamento di ospedali. Sarà realizzata una griglia con parametri oggettivi, come i giorni di utilizzazione dei posti letto, per valutare tutti i reparti di tutti gli ospedali. Chi otterrà i voti peggiori sarà chiuso. Nella delibera sono previsti però alcuni accorpamenti di nosocomi messi insieme come ospedali riuniti. A Palermo Ingrassia-Villa delle Ginestre, Termini-Petralia, Partinico-Corleone; nell’Agrigentino ospedali riuniti Canicattì-Licata e Sciacca-Ribera; nel Nisseno gli ospedali riuniti Caltanissetta-S. Cataldo-Mussomeli, Gela-Niscemi-Mazzarino; nel Catanese Acireale-Giarre, Biancavilla-Bronte-Paternò, Caltagirone-Sant’Agata di Militello; nell’Ennese Nicosia-Leonforte, Enna-Piazza Armerina; nel Ragusano Vittoria-Comiso, Modica-Scicli; nel Siracusano Avola-Noto, nel Trapanese Trapani-Alcamo-Pantelleria, Marsala-Salemi e Castelvetrano-Mazara; nel Messinese Sant’Agata-Mistretta, Milazzo-Barcellona-Lipari.
Adesso le aziende sanitarie avranno tempo fino al 31 dicembre del 2016 per adeguarsi ai nuovi parametri forniti dal Ministero della Salute. La “nuova” sanità siciliana sarà contraddistinta da tre elementi: scendono le unità complesse (cioè i primariati), vengono accorpati gli ospedali e molti posti letto dedicati agli “acuti” (quelli più remunerativi, per i privati) verranno rimodulati in posti letto per “lungodegenti”.
I posti letto “attivi” saliranno di circa 1.400 unità (dai quasi 17 mila attivi oggi ai 18.371 frutto della rimodulazione). L’Asp di Palermo godrà della crescita maggiore in termini di numeri (più 386 posti letto), seguita dall’azienda sanitaria di Trapani (260 in più), da quella di Catania (190), di Agrigento (161) e via via le altre. Nelle aziende del capoluogo, ecco 68 posti letto in più a Villa Sofia-Cervello e 58 posti letto in più al policlinico Giaccone. Scendono i posti letto al San Raffaele Giglio di Cefalù (-24) e al Buccheri La Ferla (-15). Tutti nel pubblico, invece i 260 posti in più all’Asp trapanese, mentre a Catania 10 posti letto in menoal Garibaldi e 25 in più al Policlinico etneo. Unica Asp con un segno “meno” è quella di Messina: lì i posti letto scenderanno di 41 unità. Ben 51 posti letto salteranno al “Papardo Piemonte”, mentre il Policlinico messinese ne “guadagnerà” 39. Crescono i posti all’Ismett (15 in più).
Resta intatto il numero dei posti letto dei privati, ma scendono di 133 unità quelli destinati alle “acuzie”, che vengono riconvertiti in posti letto per lungodegenti. Crescono i posti per acuti al Cannizzaro di Catania (più 15), al policlinico etneo (+ 19), all’azienda Villa Sofia-Cervello di Palermo (+ 71) e al policlinico del capoluogo (+ 33) oltre che all’ISmett (+15). Tagliati invece i posti per acuti al Garibaldi di Catania (- 27), al Papardo Piemonte di Messina (- 80), al San Raffaele Giglio di Cefalù (-20) e al Buccheri La Ferla di Palermo (-19). Ma anche in molte Asp si assisterà alla conversione dei posti per “acuti” in quelli per lungodegenti. All’Asp di Agrigento sono 42 i posti letto da riconvertire, 24 a Caltanissetta, 57 a Catania, 26 a Enna, 69 a Messina, 14 a Ragusa. Nessuna rimodulazione invece a Palermo e Siracusa.
La nuova organizzazione della rete ospedaliera, come detto, dispone anche l’accorpamento dei presìdi in molti casi nella nuova forma degli “Ospedali riuniti”. Ma oltre alle strutture ospedaliere, gli accorpamenti riguarderanno anche le unità complesse delle aziende.