PALERMO – La Regione siciliana e lo Stato torneranno a collaborare a partire dall’anno scolastico 2013-14 per contrastare l’insuccesso scolastico, specie per le fasce deboli. Ripartiranno, in pratica, i progetti di carattere straordinario della durata da tre ad otto mesi che mirano anche contrastare l’evasione scolastica e che saranno realizzati con personale precario docente ed Ata incluso nelle graduatorie provinciali.
Per i docenti che avranno lavorato almeno sei mesi sarà confermata l’assegnazione del punteggio da far valere in graduatoria.
La notizia è arrivata in risposta ad una interrogazione rivolta dal deputato del Movimento Cinque Stelle Valentina Zafarana al presidente della Regione e all’assessore per l’Istruzione e per la Formazione professionale, Scilabra.
A Valentina Zafarana l’assessore scrive che l’assessorato da lei diretto “procederà a sollecitare il Dipartimento ad attivarsi per le relative procedure per il rinnovo del protocollo col Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca)”. Il progetto, tra l’altro, non graverà sulle casse statali, visto che attingerà a stanziamenti già previsti nell’ambito del fondo sociale europeo.
Prende atto della risposta dell’assessore, Valentina Zafarana che, comunque, attende ora le concrete mosse dell’assessorato.
«Aspettiamo – afferma- nel più breve tempo possibile i decreti attuativi, per evitare che quelle dell’assessore rimangano solo belle parole, considerato che sono passati già quattro mesi dalla mia interrogazione. Resta fermo comunque il fatto che anche questo provvedimento si configura come una soluzione temporanea a un’emergenza sociale e per il mondo della scuola».
«La valorizzazione in progetti finalizzati al personale precario docente e non docente – continua Zafarana -si configura come strumento di potenziamento dell’offerta formativa e didattica nelle scuole del territorio siciliano che, alla luce dei dati dell’indagine Ocse-Pisa, figura tra le aree geografiche in cui risulta più alta la percentuale di allievi con livelli di scolarizzazione non positivi e a maggior rischio di marginalità sociale».