In Sicilia ci sono quasi 500 scuole paritarie dell’infanzia, per un totale di 25 mila bambini, e 120 scuole primarie, per un totale di 10 mila bambini. L’educazione impartita in questi istituti sembra però contare meno di quella delle scuole statali, visto il trattamento che la Regione Sicilia sta mettendo in atto. La Regione del presidente Rosario Crocetta, nell’approvare le nuove misure finanziarie, ha deciso il taglio del buono scuola e nel budget generale la voce “paritarie” ha avuto una drastica riduzione. In particolar modo il taglio ha colpito le scuole d’infanzia.
Il budget che la Regione Sicilia metteva a disposizione per le scuole paritarie di ogni grado si è nettamente impoverito negli anni. Come spiegato oggi da Avvenire, «fino al 2013-14 il capitolo per l’infanzia aveva un budget di 3 milioni di euro, ridotti drasticamente a 300 mila euro del 2015. Poi con l’ultima Finanziaria nel capitolo risultano zero centesimi, mentre per le primarie si sono trovati 3 milioni e 140 mila euro».
IN PIAZZA. Per questo motivo la Fism (Federazione italiana scuole materne) ha deciso di scendere in piazza questo fine settimana, sabato 12 e domenica 13 marzo, a Palermo, chiedendo con una petizione il ripristino del buono scuola. Una battaglia per difendere il diritto alla scelta anche delle famiglie più povere, come si legge nel testo della petizione: «Si chiede l’immediato ripristino del buono scuola e del sussidio delle scuole d’infanzia che accolgono gratuitamente i bambini che vivono in disagiate situazioni economiche. La Regione siciliana nega il diritto dei genitori di scegliere la scuola più confacente al fanciullo e all’educazione già ricevuta in famiglia».
LIBERTÀ EDUCATIVA. Ad auspicare una grande adesione ai sit-in palermitani è monsignor Michele Pennisi, vescovo delegato della Cei per l’educazione: «Come ho detto lo scorso ottobre all’Assemblea regionale, la scuola cattolica o di ispirazione cristiana non è propriamente parlando un’istituzione educativa confessionale, poiché essa si pone per suo statuto al servizio di tutti e accoglie tutti, con l’obiettivo primario di curare l’educazione della persona e promuoverne la crescita libera e umanamente completa». Monsignor Pennisi ha sottolineato come la situazione degli alunni delle scuole paritarie in Sicilia sia la più sfortunata: «Alle famiglie siciliane e ai loro figli è riservato un trattamento differente rispetto a regioni come la Lombardia. Eppure anche le scuole paritarie offrono un servizio pubblico». Ribadisce infatti la Fism: «Le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato 6,5 miliardi di euro, occupandosi dell’istruzione di bambini che altrimenti dovrebbero essere ricollocati in istituti statali. Dando inoltre lavoro in Sicilia a più di 3 mila persone, tra corpo docente e personale scolastico».
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