Il disegno di legge che prevede il taglio delle indennità per gli amministratori locali approderà in aula, all’Ars, il prossimo 9 giugno, nel giorno della riapertura di Sala d’Ercole dopo la pausa elettorale. Ad annunciarlo è il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, a margine di un convegno sullo Statuto siciliano. “Non enfatizziamo la questione delle indennità agli amministratori locali, magari qualcuno dirà che sono difensore della Casta – dice Ardizzone – Ma se io difendo i consiglieri comunali, ad esempio, di Castel di Lucio (Messina) che guadagnano meno di 200 euro l’anno, allora sì, difendo questa Casta…”.
La commissione Affari istituzionali dell’Ars ha approvato di recente all’unanimità un emendamento al Ddl sugli Enti locali, presentato dal presidente Antonello Cracolici, che interviene su tre aspetti: riduzione numero consiglieri, indennità, rimborsi per permessi. In merito alla riduzione dei consiglieri l’emendamento prevede che, dal prossimo rinnovo, il numero dei consiglieri comunali in Sicilia sia ridotto del 20%. Per 15 comuni (i nove comuni capoluogo e le sei citta’ tra i 50 e i 100 mila abitanti) il taglio del numero dei consiglieri sara’ del 10%.
Per quanto riguarda le indennità, l’emendamento prevede che le quelle di sindaci, amministratori e consiglieri in Sicilia saranno equiparate a quelle del resto d’Italia. Per quanto riguarda i rimborsi spettanti ai datori di lavoro per permessi amministratori, nei comuni superiori a 10 mila abitanti non potranno superare 1/3 dell’indennità del sindaco. Per i comuni con meno di 10 mila abitanti il tetto massimo del rimborso non potrà superare la meta’ dell’indennità del sindaco.
“Lo Statuto siciliano non può essere visto come fonte di privilegi, non è affatto superato, va invece attualizzato. E dobbiamo evitare di farci anticipare dallo Stato”, continua Ardizzone. “Noi siamo nell’Unione europea e lo dobbiamo tenere presente – dice ancora – le regioni compartecipano nella formulazione degli atti comunitari, abbiamo una serie di sentenze della Corte costituzionale. Lo Statuto non può essere visto come fonte di privilegi, lo ribadisco, fino a quando esistono le Regioni esisteranno gli Statuti di riferimento, a maggior ragione per le Regioni a Statuto speciale”.
“Ci sono alcuni principi che non dobbiamo dimenticare, che sono entrati in vigore già dal primo gennaio 2014, che è il principio di armonizzazione ed equilibrio di bilancio – aggiunge Ardizzone – e anche le Regioni sono chiamate, bisogna vedere in che misura. Ecco perché dobbiamo parlare di attualizzazione degli Statuti”.
Poi Ardizzone si chiede: “In presenza di un Consiglio di Stato ha senso un Consiglio di giustizia amministrativa? Non vorrei essere visto come un ascaro nel dire queste cose. Anche per questo abbiamo organizzato oggi questo confronto. Ma cosa principale è che non dobbiamo farci anticipare dallo Stato, nella riforma del nostro Statuto. Sarebbe come venire meno ai propri principi e alle proprie prerogative”.