Last updated on 27 gennaio 2019
“La Sicilia diventi la prima regione italiana #PlasticFree posizionandosi in prima linea nella lotta al marine litter e al contrasto dell’inquinamento da plastica. Si mettano subito al bando i prodotti usa e getta, comprese le stoviglie monouso, che se non riciclate in modo corretto, finiscono per inquinare mare e oceani. Sull’esempio di sempre più comuni virtuosi bisogna continuare a replicare su tutti i territori ordinanze ad hoc e arrivare ad una legge nazionale contro l’usa e getta non compostabile”.
È questo l’appello che Legambiente lancia oggi da Noto dove oggi si sono incontrati moltissimi primi cittadini, provenienti non solo dall’isola, per confrontarsi sul problema del marine litter, una delle più gravi emergenze ambientali dei nostri tempi al pari dei cambiamenti climatici. Una sfida contro la quale sempre più Paesi nel mondo si stanno attrezzando, come è emerso alla conferenza mondiale dell’Onu sugli Oceani del giugno 2017 a New York, in cui Legambiente ha raccontato l’esperienza italiana anche in Assemblea generale. Un incontro a cui erano presenti, tra gli altri, il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, i primi cittadini e i rappresentanti dei comuni di Noto, Avola e Siracusa (tre comuni che già hanno adottato la delibera contro l’utilizzo di prodotti usa e getta in plastica). Ospite anche il sindaco di Pollica (Salerno) Stefano Pisani, tra i primi ad adottare un’ordinanza #plasticfree sul proprio territorio dopo l’esempio lanciato dalle Isole Tremiti.
Ad oggi sono ben 24 i comuni italiani che hanno deciso con coraggio e voglia di fare di dire basta alla plastica usa e getta e optare per materiale biodegradabili. Oltre la metà di questi comuni si trova in Sicilia: Noto, Siracusa, Avola, Pantelleria, Favignana, Lampedusa, Linosa, Capo d’Orlando, Augusta, Pachino, Capaci, Malfa (Salina – Isole Eolie) sono quelli che hanno già adottato un’apposita delibera, mentre tantissimi altri sono pronti a farlo. Così in tutt’Italia, seguendo l’esempio lanciato dalle Isole Tremiti, hanno adottato specifici provvedimenti i comuni di Pollica (Sa); Maratea; Domus De Maria, Vernazza, Castiglione della Pescaia, Pozzuoli, Caggiano (Sa), Follonica, Bordighera, Marciana Marina e Campo nell’Elba (Isola d’Elba), Arona (Novara).
“L’esempio di questi comuni – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – oltre ad essere un bel segnale e un’azione che deve essere replicata su tutto il territorio, dimostra che è urgente e possibile vietare l’uso delle stoviglie monouso di plastica, anticipando e superando la proposta di direttiva europea. E dalla Sicilia arriva un segnale molto incoraggiante che può spingere i comuni dell’isola a fare da apripista in nel nostro paese nella lotta al marine litter. È sicuramente positivo che nella legge di bilancio sia stato ampliato il fondo destinato alle politiche plastic free, grazie all’impegno del ministro all’Ambiente Sergio Costa, ma è ora che si passi dalle ordinanze sindacali ad una legge nazionale ad hoc, anticipando così l’Europa, come già avvenuto per la messa al bando dei sacchetti non compostabili, dei cotton fioc non compostabili e delle microplastiche nei cosmetici dove l’Italia ha fatto scuola. Così com’è fondamentale avviare un tavolo con tutti i portatori d’interesse (produttori, amministrazioni, utilizzatori, associazioni ambientaliste) per accompagnare la transizione e rendere efficace il percorso di deplastificazione”.
“Quello che chiediamo ai sindaci è un coraggioso e importante contributo – sottolinea il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna – per cercare di limitare la presenza della plastica nei nostri territori, cercando così di non farla finire in mare, già troppo invaso dai rifiuti, dannosissimi per l’ambiente, l’ecosistema marino, la fauna che ci vive. La plastica rappresenta, infatti, il 70% dei rifiuti che si trovano in mare. In tanti hanno già anticipato una direttiva europea che entrerà in vigore dall’1 gennaio 2021, ma non basta. Per una volta la Sicilia potrebbe essere, in materia ambientale, la prima regione d’Italia plastic free. Tutti noi possiamo dare il nostro contributo con gesti pratici e concreti, ponendoci obiettivi seri e credibili e dal grande significato e importanza: ecco perché chiediamo ai sindaci di fare adesso la loro parte”.
Dallo scorso anno Legambiente ha lanciato la campagna #Usaegettanograzie (www.usaegettanograzie.it), un progetto d’informazione e sensibilizzazione per la prevenzione e la messa al bando di alcuni prodotti usa e getta di plastica che si utilizzano per pochi minuti e che se non smaltiti correttamente, inquinano per decenni o centinaia di anni.
Nel solo 2018, i volontari di Legambiente hanno pulito oltre 500 spiagge italiane rimuovendo circa 180mila tra tappi e bottiglie, 96mila cotton fioc e circa 52mila tra piatti, bicchieri, posate e cannucce di plastica. E scondo l’ultimo rapporto Beach Litter, solo sulle spiagge italiane il 31% dei rifiuti censiti è stato creato per essere gettato immediatamente o poco dopo il suo utilizzo. Non solo plastica, parliamo di imballaggi di alimenti, carte dei dolciumi, bastoncini per la pulizia delle orecchie, assorbenti igienici, barattoli e latte alimentari, mozziconi di sigaretta. In particolare i rifiuti plastici usa e getta sono stati rinvenuti nel 95% delle spiagge monitorate, a dimostrazione della gravità del problema. Ma problema più grande è che questi rifiuti non scompaiono, ma anzi restano nell’ambiente, si degradano e si frammentano in pezzi sempre più piccoli: microplastiche che hanno una via facilitata per entrare nella catena alimentare e contaminarla.
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