Una legge per mettere ordine nel comparto turistico in Sicilia, per arginare il fenomeno delle tantissime strutture in nero. Il disegno di legge è stato presentato dall’assessore al Turismo, Anthony Barbagallo.
Cinquanta articoli, un testo concordato con le associazioni di categoria per disciplinare un settore la cui legislazione vigente in alcuni casi, come ad esempio per le agenzie di viaggi, era ferma a un regio decreto del 1936. Per la prima volta vengono assoggettate a norme di legge le case vacanze e gli alloggi affittati on line.Il disegno di legge proposto ora prevede, anche per queste tipologie di alloggi, le stesse regole dettate per hotel, b&b, ostelli e agriturismo: dovranno tutti essere iscritti a un albo regionale e per farlo servirà una licenza o la «Segnalazione certificata di inizio attività» (la cosiddetta Scia) al Comune.Per chi non comunicherà la propria attività sono previste sanzioni fino a 3 mila euro, il doppio in caso di recidiva. Sanzioni ancora più pesanti anche per le agenzie di viaggi abusive, fino a 15 mila euro che vengono raddoppiate in caso di nuova irregolarità. Previsti anche controlli stringenti, verifiche sono già in corso grazie alla collaborazione avviata con la Guardia di Finanza. Previsto un consiglio regionale del turismo, una classificazione delle strutture ricettive, la suddivisione di competenze fra Regione e Comuni. Legge che, secondo i proponenti, potrebbe essere approvata prima della fine della legislatura.
Barbagallo parla di un disegno di legge «antesignano anche rispetto alla normativa nazionale perché mette ordine nella sharing economy» e che «è stato condiviso con le associazioni di categoria».
Secondo uno studio di Federalberghi (con la collaborazione tecnica di Incipit), redatto in base ai dati della piattaforma Airbnb (la più diffusa) e presentato appena poche settimane fa, solo a Palermo fra ottobre 2015 e agosto 2016 le inserzioni sono cresciute del 15,9%, raggiungendo quota 2.901 alloggi. Di questi il 57,3% sono intere abitazioni, il 41,3 % stanze private e l’1,4% stanze condivise. L’86,8% risultano disponibili per oltre 6 mesi all’anno. Il 61,2% delle inserzioni è pubblicato da inserzionisti che propongono più di un alloggio.
Il nuovo testo andrà a regolare le strutture alberghiere e ricettive, fornirà i canoni precisi da rispettare per rientrare nella classificazione, rendendo chiara la differenza fra la miriade di tipologie offerte oggi ai consumatori. Inoltre interviene su quella che oggi viene definita sharing economy, che nel settore turistico si tradurrebbe in “unità abitative ammobiliate a uso turistico”. Il nuovo testo mira a regolare anche i nuovi sistemi abitativi per turisti come per esempio Airbnb: chiunque condivida la propria abitazione con terzi dietro compenso. Se entrasse in vigore la legge anche queste alternative agli alberghi tradizionali dovrebbero produrre documentazione congrua, come la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), e fornire tutti i dati agli organi competenti.
Nel testo è inserita anche la normativa per le Associazioni e le Organizzazioni senza scopo di lucro e le Pro Loco. Tra gli elementi caratterizzanti l’omogeneizzazione alle normative europee di quelle regionali, provinciali e comunali.
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