Last updated on 7 marzo 2021
CATANIA – La globalizzazione dei mercati, la crisi finanziaria che ha colpito i principali paesi industrializzati, i mali storici del nostro sistema politico e burocratico, stanno colpendo al cuore il tessuto produttivo del territorio. In questo scenario, esplorare nuove frontiere e aprirsi ai mercati esteri diventa, anche per le imprese siciliane, una scelta di sopravvivenza. Se i dati sulle esportazioni dell’Isola, legate essenzialmente ai prodotti petrolchimici, confermano ancora una bassa propensione nell’internazionalizzazione, segnali di un nuovo dinamismo imprenditoriale cominciano ad emergere dal basso e dalle start up guidate dalle giovani generazioni.
Dalla tavola rotonda “Fare impresa nell’area euro-mediterranea: opportunità e sfide”, promossa dai Giovani imprenditori di Confindustria Catania e dal dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Catania il messaggio è chiaro: l’apertura agli investitori e ai mercati esteri impone prima di tutto un salto culturale. Formazione e cultura d’impresa diventano allora il binomio strategico dal quale partire per raccogliere la sfida della globalizzazione.
“L’internazionalizzazione – afferma il presidente dei Giovani Imprenditori Jacopo Morelli – è una risorsa essenziale per il Paese e ancor più per le aziende del Sud: va sfruttato e valorizzato il vantaggio strategico della vicinanza ai bacini di mercato del mediterraneo, una realtà in forte sviluppo. Per compiere questo processo servono però capacità di innovazione, risorse umane qualificate e formate e il supporto di un sistema ICE efficiente, ma anche la volontà di fare rete fra imprenditori e mettere a sistema conoscenze e esperienze. Non possiamo limitarci però alla sola esportazione: anche la domanda interna deve essere sostenuta, abbassando le tasse su impresa e lavoro e creando opportunità concrete per giovani e donne, che soprattutto al Mezzogiorno scontano gli effetti della crisi e di una politica miope”.
“La rinascita imprenditoriale della Sicilia deve ripartire dal merito e dalle competenze delle nuove generazioni, che hanno il diritto di riprendere in mano il loro futuro – spiega il presidente del Giovani di Confindustria Sicilia, Silvio Ontario –. Il nostro sportello “ImprendiSicilia”, partito da un’idea lanciata proprio da Catania sta dando un aiuto concreto alla nascita di start up innovative che possono proiettarsi con successo anche nel mercato globale. Per riaccendere il motore della crescita dobbiamo ripartire dalle imprese. E dalla Sicilia c’è grande voglia di riscossa civica oltre che di riscatto imprenditoriale”.
“Lavoriamo per una città che sappia esportare ma anche attrarre capitali e risorse umane dall’estero – gli fa eco Antonio Perdichizzi – presidente dei Giovani Imprenditori catanesi- . Gli esempi positivi e concreti ci sono già: è un buon successo aver esportato in Italia un modello vincente come quello degli sportelli per la creazione d’impresa e aver attratto a Catania nuovi investimenti”.
A sintetizzare il senso della giornata, che ha visto anche gli interventi di studiosi come Carlo Colloca, docente di Analisi sociologica e progettazione del territorio e Dario Pettinato, docente di Diritto internazionale – moderati da Domenico Ciancio Sanfilippo -, interviene il direttore del dipartimento di Scienze Politiche Giuseppe Vecchio: “Vogliamo sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica la necessità di una forte sinergia tra il mondo della ricerca e della didattica e il mondo imprenditoriale, per affrontare positivamente e costruttivamente le relazioni con i Paesi del Mediterraneo. Sia in termini di analisi degli scenari politici, sociali ed economici, sia in termini di studio delle discipline internazionalistiche, ma anche di sollecitazione rispetto a tutti gli attori dei sistemi produttivi industriale, agricolo e commerciale”.
E già non mancano esempi di collaborazione virtuosa tra università, giovani imprenditori e professionisti, avviati con successo anche in Sicilia per incoraggiare la creatività imprenditoriale. E’ il caso dell’associazione ItaliaCamp, guidata da Fabrizio Sammarco, che nel 2013 rilancia la terza edizione del concorso “La tua idea per il Paese” , coinvolgendo le 20 regioni italiane e le 60 università partner con l’obiettivo di valorizzare il made in Italy e fungere da polo attrattivo di investimenti esteri rispetto alla realizzazione delle migliori 20 idee che saranno selezionate e presentate nel corso del “Barcamp”, in programma a New York per novembre prossimo. Dalla Sicilia, nella scorsa edizione, sono arrivate le due idee vincitrici (una di policy e una di business) : tra queste “Ecoboa”, incentrata sulla produzione di acqua dissalata utilizzando fonti di energia rinnovabile, che ha già riscosso l’interesse di aziende nazionali del settore.
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