Last updated on 24 ottobre 2021
“Un’impresa o è mafiosa e allora le si tolgono tutti i lavori e non solo una parte, o non lo è, e allora la si lascia lavorare”. Giuseppe Di Giovanna, presidente di Ance Palermo, l’associazione dei Costruttori edili, esprime grande preoccupazione per le recenti notizie secondo le quali i lavori di costruzione della linea B della metropolitana di Palermo saranno sospese e si procederà alla recessione dal contratto con l’impresa appaltatrice.
“Le modalità di recessione dal contratto, decisa da RFI, prefigurano un inevitabile lungo contenzioso con la ditta appaltatrice e l’impossibilità di riappaltare i lavori in tempi rapidi con la conseguenza che il blocco dei lavori porterà inevitabilmente alla definitiva mancata realizzazione dell’opera – spiega Di Giovanna -. Al danno si aggiunge molto spesso la beffa dei risarcimenti milionari che la Pubblica Amministrazione è costretta a pagare alla ditta, con il risultato che i soldi, anziché per dare lavoro e creare servizi pubblici, vengono spesi per avvocati e carte bollate”.
Il presidente di Ance Palermo afferma che Palermo, impoverita, con migliaia di disoccupati e con emergenza di fallimento delle municipalizzate, “non può permettersi di rinunciare ad un investimento di centinaia di milioni di euro, con grave danno per l’occupazione di diverse centinaia di lavoratori e con gravissime ripercussioni per i settori dell’indotto e, dunque, per l’intera economia della città”.
Per tutto questo Di Giovanna chiede alla Prefettura, alle forze dell’ordine, alle forze politiche ed alle istituzioni competenti che “venga immediatamente trovata una soluzione che permetta il proseguimento della realizzazione delle opere, accompagnate, se necessario, dall’attivazione contestuale di eventuali misure straordinarie per impedire infiltrazioni mafiose e da azioni che, se è possibile – specifica – vedano anche il coinvolgimento di Ance Palermo quale garante per la legalità delle imprese”.
“Non vorremmo – conclude Di Giovanna – che questa sia una scusa di RFI per dirottare altrove investimenti destinati a Palermo: non si comprende, infatti, come mai ad una impresa ritenuta a rischio di infiltrazioni per la realizzazione della linea B, si consenta di completare i lavori per le linee A e C”.
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