Last updated on 7 marzo 2021
I canoni delle spiagge siciliane verranno triplicati, ma ci sarà una sanatoria per gli abusivi. E’ il piano dell’assessore al Territorio Croce, messo a punto insieme all’assessore alle Finanze Baccei. L’obiettivo è uno solo: fare cassa. Allo stesso modo l’ingresso in parchi e riserve della Regione non sarà più gratuito.
Ma andiamo con ordine. Nel piano della Regione verranno triplicati i canoni di concessione demaniale e scatterà una sanatoria per chi ha sfruttato tratti di costa senza averne titolo.L’assessore è partito dall’analisi di alcuni dati: nel 2014 era previsto di incassare dai canoni di concessione 30 milioni ma ne sono entrati solo 5. Scatterà dunque una caccia all’evasore. Anche se il passaggio fondamentale delle norme da inserire in Finanziaria è un altro: «Rideterminare l’indennizzo dovuto in caso di concessioni demaniali da rinnovare». Il rinnovo – spiega l’assessore – costerà il triplo.
Un caso particolare riguarda le concessioni demaniali per usi abitativi, che una norma del 2005 aveva escluso dalla tassazione mentre un’altra del 2012 ha reinserito tra quelle a pagamento: per regolarizzare queste concessioni si potrà pagare il canone base rivalutato degli interessi. E potranno mettersi in regola anche «gli occupanti di demanio marittimo non detentori di titolo concessorio ma che abbiano proposto conciliazione».
Altre novità: gli imprenditori che chiederanno le valutazioni di impatto ambientale vedranno raddoppiare la tassa a loro carico, dal 2×1000 al 4×1000, e non sarà più affidata alla Regione, ma ad una commissione di esperti esterni. La pagheranno anche gli enti pubblici economici, oggi esentati.
Almeno 1.500 forestali perderanno l’indennità aggiuntiva “antincendio”, che permetteva loro di avere una busta paga ricca del 10% in più, perchè considerati “distaccati” all’Assessorato Territorio Ambiente. Per la Regione si tratta di un risparmio di 30 milioni di euro l’anno.
Infine, saranno introdotti ticket e servizi a pagamento in parchi e riserve.
In controtendenza l’Arpa. Per l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale non è prevista alcuna riduzione. Non solo non vengono toccati gli stanziamenti, ma è previsto un aumento della pianta organica, che raddoppierà. Da 300 dipendenti dovrebbe passare, in tre anni, a 600 dipendenti.
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