Non passa giorno che in Sicilia non ci sia un dietro front del governo regionale. Un annuncio, seguito subito dopo da una smentita. Oggi è il giorno delle concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari. Stamattina il Giornale di Sicilia pubblicava la notizia che la Regione avrebbe sospeso la concessione di autorizzazioni per nuovi lidi balneari:
Si apre così la guerra per le spiagge, visto che i sindacati dei gestori degli stabilimenti annunciano azioni giudiziarie contro i decreti dell’assessorato al Territorio e Ambiente. Da questo momento in Sicilia non è più possibile aprire nuovi lidi. Sospese tutte le richieste, anche quelle il cui iter amministrativo era stato concluso e per cui era stata pagata la tassa di concessione. Nessun problema invece per i vecchi lidi.
Effettivamente c’è un decreto che ha sospeso tutto, ed è stato firmato la settimana scorsa da Maurizio Pirillo, dirigente del dipartimento Ambiente. Alla base del provvedimento, spiega il dirigente, c’è la mancanza dei Piani di utilizzo del demanio marittimo: una sorta di piano regolatore delle spiagge, atteso dal 2011, a cui agganciare le nuove concessioni per i lidi balneari. Questi piani sono realizzati dalla Regione coordinando le proposte che arrivano dai singoli Comuni: «Rilasciare nuove concessioni in un clima di totale deregulation – spiega Pirillo – è un errore. Avevamo chiesto ai Comuni di procedere rapidamente alla presentazione dei piani. Ma hanno provveduto solo una sessantina di sindaci su 123. Della situazione di tutti gli altri non sappiamo nulla». Da qui il blocco, che ovviamente non riguarda i lidi aperti negli anni scorsi. Secondo le prime stime, verranno negate le autorizzazioni a un centinaio di nuove strutture.
Ed ecco che interviene il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Che, appena saputo che il dirigente regionale aveva sospeso a tempo indeterminato la concessione di autorizzazioni per nuovi lidi balneari, si affretta a revocare lo stop e attacca la burocrazia mentre l’associazione che raggruppa i gestori annuncia una pioggia di ricorsi e parla di scelta insensata:“Pirillo revochi subito il decreto, o prenderò provvedimenti”.
Crocetta indica la strada per aggirare gli ostacoli burocratici, si può inviare commissari ad acta nei Comuni che non hanno fatto i piani per le spiagge e nel frattempo autorizzare i nuovi lidi: “Era questa la soluzione da adottare fin dall’inizio. Invece Pirillo ha scelto di penalizzare le imprese e i cittadini. Doveva penalizzare i Comuni inadempienti….”. Ma il presidente apre anche un caso politico perché si dice “furente” e “indignato” per il fatto che un dirigente possa “prendere decisioni dal sapore politico senza informare la giunta. Questo – dice Crocetta – non è amministrare è volersi sostituire al governo. Ci sono dirigenti che si comportano come fossero i padroni della Regione. È così facendo prendono decisioni che distruggono l’immagine della Sicilia e la sua economia”.
“L’apposita task force già costituita in assessorato Territorio e Ambiente garantirà l’approvazione delle nuove concessioni per l’utilizzo delle aree costiere e demaniali in Sicilia in tempi rapidi”. Affermano in una nota Maurizio Croce, assessore regionale al Territorio ed all’Ambiente e Giuseppe Picciolo, capogruppo del Pdr all’Ars, sottolineando che non ci saranno ritardi e gli imprenditori del settore balneare non correranno alcun rischio se la procedura sarà ritenuta dagli uffici dell’assessorato al Territorio ed Ambiente conforme alle norme vigenti”. “È ovvio – precisano Croce e Picciolo – che per salvaguardare tutte le pratiche già in esame la norma ‘ponte’, cui gli uffici stanno lavorando a tutela dell’ambiente e delle coste siciliane, avrà effetti immediati e di natura transitoria”.
Sarà quindi necessario un riordino del settore su cui l’assessore Croce, con il sostegno del gruppo Pdr , ha già messo mano tramite i suoi uffici predisponendo una apposita circolare “ponte”, peraltro già in itinere da parte degli Uffici, che vincolerà il rilascio delle nuove concessioni alla predisposizione dei Pudm da parte dei Comuni (che in caso di inadempienza nel rispetto di tempi e modalità verranno commissariati, al pari dei Piani regolatori generali) . “Nel giro di un anno – concludono Croce e Picciolo – tutto il sistema dovrà essere riordinato organicamente. Il demanio marittimo potrà tornare così ad essere il fiore all’occhiello della della Regione siciliana coniugando la difesa e la tutela dell’ambiente con gli investimenti economici”.
Plaude all’iniziativa Legambiente Legambiente “Ristabilire il primato della pianificazione e del rispetto delle regole sul caos che ha caratterizzato l’uso delle nostre spiagge negli ultimi dieci anni – dichiara Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia – non solo è una scelta doverosa, ma anche indispensabile per riuscire davvero a tutelarle e a valorizzarle a fini turistici”. “In questi anni invece – continua – le parti della legge sul demanio marittimo applicate sono state quelle che prevedono la possibilità di realizzare anche strutture di ristorazione, ma è rimasta completamente disapplicata la parte in cui queste nuove tipologie d’uso dovevano preventivamente essere pianificate dai Comuni”. “Oggi finalmente l’Arta ha ristabilito il corretto ordine di priorità. Speriamo che questo blocco costringa davvero i Comuni a dotarsi, finalmente, dei Piani di utilizzo del demanio marittimo, in tempi ragionevolmente brevi. Sbagliano – conclude Fontana – i gestori che oggi protestano contro questa decisione perché ogni buon imprenditore dovrebbe sempre auspicare la possibilità di muoversi all’interno di un sistema di regole chiare e definite, piuttosto che in un sistema anarcoide in cui è facile scivolare negli abusi e nelle conseguenti denunce di illegittimità amministrative e penali”.