Il Tribunale di Messina ha confermato il sequestro di una parte dell’ elettrodotto Sorgente – Rizziconi che da 5 anni è in via di costruzione fra Calabria e la Sicilia. Il provvedimento riguarda una struttura che si trova sul crinale di Monte Raunuso, a Saponara. Dopo il sequestro il Gruppo operatori di reti per la trasmissione di energia elettrica Terna, che si occupa della realizzazione dell’elettrodotto ha duramente comunicato che questo provvedimento mette a rischio l’intera realizzazione del progetto “L’ordinanza – scrive Terna in una nota – impedisce di completare l’elettrodotto Sorgente – Rizziconi nei tempi imposti dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, e secondo il progetto che è stato approvato con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico nel 2010″. “Cinque anni di iter autorizzativo, oltre 100 incontri e sopralluoghi e i pareri positivi di oltre 80 enti interessati – dicono – non sono stati sufficienti per assicurare all’Italia e agli Italiani la realizzazione di una delle opere elettriche più importanti per il Paese. La conferma del sequestro del sostegno n.40, disposta oggi dal Tribunale di Messina, che si è pronunciato sulla richiesta di riesame presentata da Terna, è un grave danno per i siciliani e gli italiani tutti, perché mette a rischio il sistema elettrico e lo sviluppo infrastrutturale ed economico del Paese”. “Intanto – prosegue la nota del colosso della rete elettrica italiana – 700 milioni di euro di investimento di Terna, che gli utenti elettrici comunque pagheranno in bolletta, sono stati spesi per realizzare un’opera pressoché completata, che non potrà entrare in esercizio per colpa di un sostegno incriminato. E resta critica la situazione del sistema elettrico siciliano, che senza la messa in esercizio di questa infrastruttura fondamentale è a rischio blackout. Per questo Terna è già al lavoro per trovare la soluzione più efficace a completarla e metterla in esercizio nel minor tempo possibile”. “Terna – conclude la nota – ha agito nel pieno rispetto della legge, e realizzando il tracciato autorizzato dal Ministero, che prevede il posizionamento del sostegno n.40 sul crinale di Monte Raunuso, a Saponara (ME): pertanto, Terna respinge ogni accusa di avere lavorato senza le necessarie autorizzazioni, ma anzi si ritiene lesa nel legittimo affidamento della correttezza e conformità a diritto dei provvedimenti autorizzativi e dell’operato della pubblica amministrazione”.
Non ci stanno però le associazioni ambientaliste seguite dall’avvocato Nino La Rosa: “Tutta la zona è gravemente deturpata dai tralicci edificati che sono 45, e 19 cavi per ogni traliccio. Nel caso di Serro il traliccio passa rasente le abitazioni. Ma è un rischio ambientale che riguarda una zona molto ampia: Villafranca, San Pier Niceto, Serro, Venetico e la valle del Mela cioè in una zona ad elvato rischio ambientale dichiarato dal Ministero. Non un grammo di inquinamento in più doveva essere introdotto in questo territorio e invece è stato fatto. Con la connivenza di alcuni amministratori locali che hanno svenduto la salute della popolazione per un campetto di tennis qui, per una strada lì: le opere compensative proposte da Terna. Di fatto però c’è una legge, la tutela della soprintendenza vita l’edificazione e se un qualsiasi cittadino decidesse di costruire lì verrebbe immediatamente braccato da istituzioni e forze dell’ordine, di fronte ai potentati vale la legge?”
“Il consiglio comunale di Villafranca Tirrena – aggiunge l’avvocato – nel 2010 ha chiesto la modifica del progetto; nel febbraio 2012 il consiglio provinciale di Messina, ad unanimità, ha invitato Terna a risolvere le criticità denunciate; il 6 marzo 2013, una mozione dell’Assemblea Regionale Siciliana, votata quasi ad unanimità, ha imposto al Governo Regionale di far modificare il progetto. E l’azienda si è fatta beffe dei deliberati di queste istituzioni. Per non parlare delle proteste delle comunità di Pace del Mela, Saponara, Venetico, San Pier Niceto, Serro. Tuteleremo in tutte le sedi il territorio e i cittadini”.