Strade in Sicilia, Le condizioni sono disastrose. Come per il resto delle strade italiane, siano esse comunali, provinciali, regionali e, anche molte statali. E’ sotto gli occhi di tutti, dal profondo sud al nord. In Sicilia il 2015 è addirittura emblematico, con il crollo del viadotto Himera che separa in due l’intera Regione. Per quel che riguarda specificamente il manto stradale, da anni migliaia di chilometri di strade attendono di essere riasfaltate e per risistermarle tutte ci vorrebbero almeno 100 miliardi di euro che non ci sono. Un dato che più di tutti ci dà il polso della situazione sullo stato di salute delle nostre strade è quello che vede tra il 2006 e il 2014 il dimezzarsi delle vendite dell’asfalto. Non si vende più conglomerato bituminoso, non si sistemano le strade. In questi anni c’è stata una riduzione drastica, passando da 44 milioni di tonnellate l’anno a 22 milioni annui. “Per mantenere le nostre strade efficienti – riferisce al mensile Quattroruote Stefano Ravaioli, direttore della Siteb, l’Associazione italiana bitume asfalto strade – occorrono almeno quelle quantità che si consumavano nel 2006 prima della crisi economica che ha travolto tutti, famiglie, aziende e amministrazioni pubbliche. Queste ultime, però, rispondono alla necessità di intervenire, non con la posa del nuovo asfalto, nonostante le entrate derivanti dall’aumento della pressione fiscale sull’auto, l’aumento delle multe e i ricavi derivati da Ipt e imposta Rc, ma con la fantasia tutta italiana. Basta mettere un cartellone ben in vista dove si invitano gli automobilisti a mantenere bassa la velocità, con tanto di limite, su una strada che dovrebbe essere scorrevole, e nei casi più diretti motivando l’indicazione sul cartello così: “Rallentare, strada dissestata – Presenza di buche sull’asfalto”. Tutto questo per non risolvere nulla ma per limitare, quello sì, le richieste di automobilisti e motociclisti, la maggior parte delle volte sacrosante. Quando finisce bene sono gomme, cerchioni e sospensioni a rimetterci ma purtroppo, e la cronaca ce lo ricorda di frequente, sono anche le persone a farne le spese, a volte con la stessa vita. Ottenere oggi il risarcimento per questo tipo di incidente non è semplice e, anche se con la presenza di testimoni è quasi impossibile se non vi è un verbale di polizia o referti medici che ne provano la veridicità. Se sulla tempestività e la tempistica necessaria per avere degli interventi pubblici ci sono molti dubbi, in futuro possiamo sperare nel contributo che daranno direttamente le case automobilistiche alla risoluzione del problema. E’ allo studio da parte del gruppo Jaguar-Land Rover, di proprietà dell’indiana Tata, l’auto “anti-buca”. Nei suoi laboratori di ricerca si stanno perfezionando quelle tecnologie che presto potrebbero rendere visibili le buche anzitempo ed evitare spiacevoli inconvenienti. Sulle Land Rover di ultima generazione che adottano sospensioni MagneRide sono già presenti dei sensori che consentono di tracciare il fondo stradale sotto le ruote e regolare la taratura e l’altezza da terra in base alle sue condizioni. Questo nuovo progetto, ribattezzato “Pothole Alert” va oltre, prevedendo, tramite l’utilizzo di radar e telecamere, la “scansionatura” della strada, la visione anticipata di buche, tombini e irregolarità varie, con la possibilità di trasmettere i dati acquisiti ai veicoli che seguono, per informarli sulle condizioni del tracciato e cosa ancor più importante, la segnalazione diretta all’ente gestore della strada. Insomma, sembra un qualcosa di molto complesso ma di sicuro sarà un vantaggio per gli utenti della strada che, per quanto riguarda la sicurezza, non hanno certo bisogno di risposte fantasiose ma di pragmatismo, con interventi veri e mirati che vanno a risolvere i problemi di tutti gli utenti della strada.
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