Le strade siciliane non sono un granché. Lo sa l’Istat che, nel suo studio, evidenzia che negli ultimi anni sono sì stati fatti degli interventi per migliorare la viabilità e la sicurezza, ma si tratta per lo più di interventi tampone, e comunque di modesta entità economica.
Sono soprattutto interventi di moderazione del traffico, realizzati sulla rete viaria comunale e cofinanziati dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale (Pnss).
L’istituto di statistica nel suo dossier prende due casi studio in Sicilia a proposito di interventi infrastrutturali a favore della sicurezza stradale. E riguardano i due piccoli comuni di Menfi (nell’Agrigentino) e Partanna, in provincia di Trapani.
A Menfi prima della realizzazione delle rotatorie, tra il 1997 e il 2002, il tasso annuo di incidenti era 1,8 mentre quello dei feriti si è attestato al valore 2,8. Dopo la realizzazione delle quattro intersezioni a rotatoria negli anni 2007 e 2008 non si è verificato alcun incidente.
Il beneficio economico per la collettività, conseguente all’abbattimento dell’incidentalità per il solo biennio 2007-2008, è stato stimato in 140.000 euro, poco meno di quanto sono costate le quattro rotatorie (175.451,00 euro) A Partanna, invece, nell’arco temporale 1997-2001 è stato rilevato un tasso medio annuo di incidenti pari al 2,2% mentre l’indicatore relativo ai feriti si è attestato al 3,4. Negli anni 2009 e 2010 si sono verificati solo due incidenti ed altrettanti feriti, con conseguente dimezzamento del tasso medio annuo di incidenti ed una riduzione ancora più marcata del tasso medio annuo di feriti. Nei tre anni seguenti la realizzazione degli interventi, il beneficio economico ammontava a 198.474 euro, ben maggiore dell’importo dei lavori per la costruzione delle tre rotatorie, pari ad 175.451,22 euro. In sostanza, in soli tre anni l’investimento pubblico è stato integralmente bilanciato dai benefici derivanti dai mancati costi sociali per incidentalità. Due casi che suggeriscono che investire sulle strade per una viabilità più sicura è conveniente.
I numeri delle strade siciliane.
In Sicilia ci sono 14.717 km di strade. E’ il dato aggiornato al 2011, tra tutti i tipi di arterie (autostrade, statali, regionali, provinciali, comunali). In termini quantitativi la Sicilia si trova in una posizione non proprio scadente rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno e alla media nazionale. Ma, come evidenzia l’Istat, la sola “quantità” delle strade non basta, “perché, al di là dell’esistenza delle infrastrutture, occorre considerare ad esempio l’obsolescenza delle strade, il livello della manutenzione e quello della sicurezza in termini di incidentalità”. Se si tiene conto allora della qualità delle strade siciliane la situazione cambia, e ci si ritrova in netto svantaggio rispetto al resto d’Italia. In alcune province, come Agrigento, Catania e Siracusa il gap infrastrutturale dal punto di vista qualitativo risulta particolarmente rilevante. “Il disagio sofferto dal sistema infrastrutturale stradale – spiega l’Istat – è certamente il risultato di ritardi accumulati relativi a interventi di manutenzione straordinaria di una rete viaria la cui estensione e densità resta certamente notevole e di complessa gestione, tanto che un altro elemento qualitativo di valutazione della qualità di una strada è rappresentato dalla spesa provinciale per la manutenzione stradale. Ci si limita a una serie di interventi tampone per porre termine alle emergenze”. E basta.
Ad esempio in Sicilia si è in ritardo con il catasto delle strade. Eppure lo stabilisce un decreto del ministero dei Trasporti. Nel 2004 erano stati anche stanziati 1.500.000 euro per la realizzazione del Centro di monitoraggio regionale. Ma si è ancora in fase di aggiornamento sulla base delle indicazioni fornite dal ministero.
Gli incidenti stradali in Sicilia.
Quella dell’Istat è una fotografia dettagliata dei sinistri che si sono verificati nell’isola dal 2001 al 2012 (ultimo anno disponibile per i dati).
Nel periodo considerato in Italia c’è stata una riduzione costante dei numeri dell’incidentalità stradale: gli incidenti sono calati del 29 per cento, i feriti del 29,2 per cento e i morti del 48,5 per cento, ponendo il Paese non lontano dall’obiettivo di una riduzione del 50 per cento al 2010, definito a livello europeo all’inizio del decennio scorso.
In Sicilia nel 2012 ci sono stati 11.726 incidenti (il 6,5% del totale nazionale). E’ il 23,8 per cento in meno rispetto al 2001 (15.389). Si è ridotto anche del 40,3 per cento il numero dei morti (da 365 a 218) e del 23,3 per cento il numero dei feriti (da 22.991 a 17.633).
Dai 42 incidenti medi al giorno del 2001 (con 63 feriti al giorno e 30 morti al mese) nel 2012, la Sicilia è passata a una media giornaliera di 32 incidenti che hanno provocato 48,2 feriti al giorno e circa 18 morti al mese.Tra il 2001 e il 2012 l’indice di mortalità regionale è sceso da 2,4 a 1,9 ogni 100 incidenti attestandosi sullo stesso livello medio nazionale.
“In pratica – spiega l’Istat – sulle strade siciliane si assiste a una riduzione degli incidenti in totale, soprattutto di quelli mortali, ma il numero di soggetti che subiscono lesioni a causa di incidenti stradali rimane ancora elevato. Il quadro complessivo regionale è frutto di dinamiche provinciali molto differenziate”. Molto è fatto dai diversi contesti infrastrutturali nelle province siciliane che hanno delle strade obsolete, soprattutto per la viabilità secondaria, la più frequentata nelle zone non servite dall’autostrada. Tra il 2001 e il 2012 in tutto il territorio si registra una flessione del numero degli incidenti, con valori compresi tra il 5 per cento della provincia di Palermo il 46,7 per cento della provincia di Trapani che è anche l’unica provincia in cui, a fronte di un calo degli incidenti, si registra un lieve aumento del numero dei morti (da 29 a 30). Riguardo ai feriti, la variabilità interprovinciale è minore di quella per i morti: a eccezione del caso di Caltanissetta, che mantiene i livelli del 2001, si rilevano flessioni in tutte le province, con un range compreso fra il -6,6 per cento di Enna e il -41,9 per cento di Trapani.
Incidenti per tipo di strada.
Nel 2012 gli incidenti stradali con lesioni alle persone sono avvenuti soprattutto in ambito urbano (9.426 casi pari all’80,4 per cento), poi ci sono quelli nelle altre strade extraurbane (1.553 incidenti pari al 13,2 per cento) e il 6,4 per cento nelle autostrade.
Sono soprattutto le strade urbane (47,2%) ad essere teatro di incidenti mortali, soltanto il 7,3 per cento avviene nelle autostrade.
Le persone rimaste infortunate in seguito a incidente stradale sono state 13.420 nelle strade urbane (pari al 76,1 per cento), 1.302 nelle autostrade (il 7,4 per cento), 2.911 in altro ambito extraurbano (il 16,5 per cento). Nelle strade extraurbane l’indice di mortalità ha raggiunto i 6,4 decessi ogni 100 incidenti. Nonostante la maggiore frequenza assoluta per le tre le variabili si registri nei centri abitati, la gravità più elevata si deve imputare all’ambito extraurbano (escluse le autostrade) dove l’indice di mortalità raggiunge il valore di 6,4 decessi ogni 100 incidenti.
Più incidenti in estate.
In Sicilia, nel 2012, il maggior numero di incidenti si è registrato a luglio (1.103), mese in cui anche la media giornaliera è stata la più alta (36) mentre a febbraio si registra il minor numero di incidenti (922).
Ogni anno i dati cambiano, ma in linea di massima è durante le belle stagioni che avvengono gli incidenti più gravi. Nel mese di aprile ci sono stati più decessi (26) con un indice di mortalità del 2,7%, e a luglio nelle strade siciliane sono morte 25 persone.
Nel 2012 il maggior numero degli incidenti è avvenuto di mercoledì. Sono morte più persone per incidenti stradali invece di lunedì. L’indice di mortalità più alto invece si registra la domenica (27,8 morti ogni 100 incidenti) anche a causa della gravità degli incidenti che si verificano durante le prime ore della giornata (il cosiddetto “sabato notte”).
Utenti della strada.
Gli incidenti più gravi avvengono soprattutto nelle strade extraurbane (escluse le autostrade), in cui sono coinvolti maggiormente i giovani 18-29enni (2,0 decessi ogni 100 incidenti) e gli adulti di età 30-44 anni (1,6 decessi ogni 100 incidenti).Per la pericolosità poi seguono le autostrade, con vittime di età tra 45 e 64 anni (1,2 decessi ogni 100 incidenti). I sinistri che si verificano in ambito urbano sono i meno gravi e comportano più vittime tra gli anziani ultrasessantacinquenni (0,4 decessi) e valori più bassi e uguali dell’indice di mortalità nelle altre classi di età.
Invia
Nel 61,5 per cento dei casi le 218 persone rimaste vittime in seguito a incidenti stradali sono conducenti dei veicoli; nella restante parte sono quasi equamente distribuiti tra passeggeri e pedoni.
Tipo di veicolo.
In Sicilia ci sono 4.245.891 veicoli, di cui il 74% sono automobili. Nel 2001 erano poco più di tre milioni i veicoli iscritti al Pubblico Registro Automobilistico. Sono ovviamente le auto ad essere maggiormente coinvolte negli incidenti stradali (il 67,8%) seguite dalle moto (16,7%).