È un Ivan Lo Bello amareggiato e nello stesso tempo “arrabbiato”, quello che al Grand Hotel di Siracusa, parla delle mancate risposte e dei silenzi del Governo regionale, in particolare del presidente della Regione Raffaele Lombardo ormai dimessosi, e della politica siracusana, nei confronti della piattaforma e le priorità indicate dal Tavolo per il Lavoro e lo Sviluppo, per sbloccare il collasso economico di una intera provincia, la scomparsa delle imprese e il crollo occupazionale per migliaia di lavoratori e di famiglie.
Il presidente della Camera di Commercio, che come si sa coordina il Tavolo per il lavoro e lo Sviluppo, definisce “scellerate” le azioni e l’inefficienza del Governo guidato da Raffaele Lombardo, con il quale il Tavolo in questi due anni si è più volte incontrato, ricevendo mille promesse mai mantenute, costatando l’assoluta assenza di risposte per le tante, tantissime richieste avanzate. «Siamo delusi e arrabbiati – ha detto Lo Bello – perché in questi due anni il Tavolo ha messo in campo una progettualità significativa in tutti i settori, e con la collaborazione dei Comuni anche un Piano Strategico importante per lo sviluppo della città di Siracusa e di tutta la provincia, senza riceverne in cambio alcuna risposta da parte di una componente significativa del mondo politico. Anzi, quando una nostra delegazione si è recata a Palermo è stata presa in giro con rassicurazioni sul rigassificatore ed altri progetti importanti, e sappiamo invece com’è finita con il rigassificatore, tornato all’assessorato e quindi al punto di partenza di sette anni fa. Quindi è evidente che c’è un problema della politica regionale, che non posso che definire “ostile” nei confronti della nostra provincia. Una ostilità preconcetta e con uno stile non consono a istituzioni regionali. La questione grave è che le persone che vogliono marginalizzare la nostra città e la nostra provincia, hanno delle sponde in questa città e in questa provincia. Nel senso – ha aggiunto il presidente della Camera di Commercio – che vi sono esponenti politici che hanno condiviso le scelte del presidente Lombardo di forte ostilità nei confronti di Siracusa. Quindi credo che nelle prossime elezioni i cittadini del siracusano debbano fare delle scelte serie, perché noi faremo nome e cognome di chi in questi anni ha fatto finta di lavorare per Siracusa, quando in realtà l’ha danneggiata profondamente. In una prossima conferenza stampa, diremo così, senza alcuna remora, chi si è battuto per questa città e per questa provincia e chi invece ha lavorato contro. E lo diremo – conclude – ai disoccupati, alle tante persone che non trovano un lavoro, alle imprese costrette a chiudere perché sono stati tagliati tutti gli investimenti importanti sul territorio».
Accanto a Lo Bello questa mattina c’erano i segretari delle organizzazioni sindacali della provincia, Antonio Galioto dell’Ugl, Stefano Munafò della Uil, Paolo Sanzaro della Cisl e Roberto Alosi della Cgil, ma erano presenti tutti i rappresentanti delle Associazioni Datoriali e di Categoria, ad iniziare da Confindustria, agli Ordini Professionali che con il Sindacato e pezzi della Società Curia Arcivescovile, compongono il Tavolo per il Lavoro e lo Sviluppo.
Il presidente della Camera di Commercio e i quattro segretari del sindacato siracusano hanno così ripercorso l’esperienza coraggiosa di aggregazione di tutte le rappresentanze sociali presenti nel territorio per evidenziare e correggere le criticità di una provincia sempre più prossima al collasso economico e sociale, ed illustrato il documento che hanno sottoscritto, con l’impegno di aprire adesso un nuovo tavolo di confronto, non più con la Regione, ormai in campagna elettorale, bensì con gli unici “interlocutori seri”, come li ha definiti Lo Bello, che sono il Governo nazionale, e quindi il premier Mario Monti e il ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera.
A loro sottoporranno l’attività svolta, con al centro l’analisi approfondita dei settori sensibili dell’economia siracusana, dei mali atavici che l’hanno contraddistinta fino alla definizione di soluzioni utili al superamento anche parziale della grave condizione di crisi che oggi continua ad impoverire famiglie ed imprese con migliaia di lavoratori espulsi dal mondo del lavoro ed un numero impressionante di imprese cessate a causa della mancanza di commesse. Per queste ragioni il Tavolo ha puntato con decisione a chiedere lo sblocco di opere infrastrutturali pubbliche e di investimenti privati, con copertura finanziaria certa, che interessano direttamente ed indirettamente il nostro territorio. Infrastrutture e progetti bloccati alcuni per una burocrazia lenta e sorda ed altri di proposito, nonostante l’iter burocratico concluso (es. Rigassificatore).
Proprio la triste vicenda Rigassificatore di Ionio Gas, che ha visto lunedì la decisione della ERG di uscire dalla società costituita in partnership con Shell, è emblematica del lungo ritardo accumulato dopo sette anni di trafile burocratiche, pareri positivi ottenuti e lungaggini inspiegabili a livello regionale. I profondi mutamenti degli scenari energetici, economici e finanziari hanno fatto decidere la ERG di non proseguire nel progetto. La potenziale perdita di 800 milioni di investimento privato per un’opera che avrebbe ricadute significative sull’intera zona industriale siracusana ritenendola una sconfitta gravissima per il territorio, la cui responsabilità ricade interamente, come detto, sulla classe politica regionale e sui “parlamentari regionali della nostra provincia”, come più volte ribadito nel corso della conferenza stampa.
“Su tutti – come si legge nel documento redatto – il Governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, che lascia il proprio incarico senza avere risolto alcuna criticità per il nostro territorio e disattendendo l'impegno assunto il 6 Giugno con la delegazione di forze sociali e Sindaci della nostra Provincia di procedere ad una sorta di patto di fine legislatura, garantendo lo sblocco dell'autostrada Rosolini-Modica e la definitiva autorizzazione del Rigassificatore entro 15 giorni, in quanto la documentazione presentata dall'impresa Ionio Gas, e letta ai presenti all'incontro, corrispondeva agli indirizzi della Presidenza della Regione.
Il Presidente invece, umiliando i cittadini e le imprese siracusane, ha rinviato la pratica ancora una volta all’Assessorato competente che aveva predisposto e firmato il decreto per ulteriori indefiniti chiarimenti.
Se a questa gravissima menzogna aggiungiamo il totale fallimento nella spesa dei fondi comunitari, la mancata programmazione degli interventi richiesti per la riqualificazione energetica di scuole e immobili pubblici, il mancato piano straordinario di piccole opere per gli enti locali, il mancato sviluppo delle politiche di inserimento lavorativo per i giovani e il blocco totale di tutti quei procedimenti autorizzativi per opere private che insistono nel nostro territorio abbiamo ben chiaro un disegno preciso di affossamento della nostra provincia. Una responsabilità politica di cui Lombardo dovrà farsi carico e con lui l’intera rappresentanza del Governo e della deputazione regionale che esce sconfitta da una legislatura che ha riservato per il nostro territorio solo promesse ed illusioni.
Da tempo il Tavolo ha espresso le condizioni per affrontare con coraggio e decisione la crisi in atto e tutte le lungaggini, rinvii e l’incapacità gestionale dell’ente regionale hanno aggravato la crisi e scoraggiato investimenti fondamentali, anche di privati, bloccando anche quelli che invece il territorio dovrebbe attrarre con decisione e responsabilità. È giusto infatti ribadire che nel nostro territorio insistono progetti privati di investimento per oltre 2 Miliardi di euro, dai progetti di investimento della zona industriale alla portualità turistica fino ad interventi di carattere turistico distribuiti nell’intero territorio provinciale. Si tratta di progetti che darebbero lavoro ad oltre 4.000 persone e invertirebbero drasticamente quella tendenza che vede cancellare una quantità sempre crescente di imprese. Alla luce di quanto descritto il Tavolo indirizzerà la propria azione verso il governo nazionale con l’auspicio che il Presidente del Consiglio Monti ed il Ministro dello Sviluppo Economico Passera prendano seriamente in considerazione le rivendicazioni di tutte le parti sociali della nostra provincia avviando un percorso rapido e concreto teso alla soluzione delle criticità ancora in agenda, alcune delle quali di competenza proprio nazionale e pressando l’amministrazione regionale. L’alternativa, in caso di perdurante silenzio, non potrà che essere una mobilitazione ad oltranza”.
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