PALERMO – Hanno denunciato il racket, indicato pubblicamente gli esattori del pizzo. Rischiano la pelle ma rischiano anche di veder scomparire da un momento all’altro ciò che hanno creato in anni di sacrifici e che hanno voluto difendere dall’arroganza e prepotenza della mafia: le aziende. Sono una trentina le imprese con un fatturato sopra i cinque milioni di euro che oggi si trovano assediate da forme più subdole di attacco mafioso: quello della calunnia, della delegittimazione, dell’indifferenza e del muro alzato da tanti che hanno scelto il quieto vivere. Una situazione di isolamento che crea certo sfiducia e che sta anche mettendo alcune di queste aziende con le spalle al muro.