Tutti contro Baldo Gucciardi. L’assessore alla sanità della Regione Siciliana ha presentato il piano di riordino della rete ospedaliera in Sicilia, che, come abbiamo raccontato sul Mattino di Sicilia, prevede pesanti tagli, 150 reparti, e comporta i declassamento di una trentina di ospedali a presidi di base. La protesta si sta allargando a macchia d’olio, non solo nei territori, come le Madonie, più colpiti, e diventa un caso politico, dato che anche il presidente Crocetta prende le distanze dal suo assessore.
Intanto Gianpiero D’Alia, presidente della Commissione bicamerale per le questioni regionali e deputato di Area Popolare. prende le distanze e attacca: “Non si può mandare in subbuglio l’intera regione su bozze di riordino della rete ospedaliera che non sono ufficiali e che soprattutto non sono passate al vaglio della commissione sanità del Parlamento siciliano”.
“A lasciarmi perplesso – spiega D’Alia – non sono solo i tagli e i declassamenti che vanno trapelando in questi giorni ma il deficit di trasparenza e condivisione che ha caratterizzato la genesi del nuovo piano ospedaliero”.
“Discussioni carbonare su temi come la sanità sono inaccettabili” ribadisce l’ex ministro che aggiunge: “fermo restando l’applicazione del dm 70, mi auguro non solo che il piano venga rivisto per individuare una rimodulazione della rete più efficace in grado da garantire una sanità pubblica estesa a tutti ma che la discussione questa volta sia trasparente, condivisa e soprattutto istituzionalmente corretta”.
DIGIACOMO. “Mi dispiace dovere commentare un documento che non conosco ancora o meglio che conosco come tutti da notizie giornalistiche e resoconti vari”. Così il presidente della commissione Sanità all’Ars Pippo Digiacomo commenta la proposta di rete ospedaliera. “Tengo a chiarire alcune cose: il primo problema della Sanità siciliana – spiega il parlamentare PD – è quello inerente la necessità di reclutare immediatamente il personale indispensabile per assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza che in questo momento sono fortemente a rischio a causa di colpevoli ritardi di chi trincerandosi dietro una selva normativa ha trasformato le procedure concorsuali in un gioco dell’oca, dove fai un passo avanti e tre indietro. I nemici della salute dei cittadini siciliani non ritardino ulteriormente le procedure perché si stanno macchiando di una colpa incresciosa, ben sapendo di essere in piena malafede. Infermieri, operatori socio sanitari, medici in reparti di ospedali di primo, secondo e terzo livello, con carenze incolmabili e turni illegali, sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Tra l’altro, tutti i direttori generali sono costretti alla totale illegittimità degli atti dovendo reclutare personale a tempo determinato oltre i parametri di legge. Altra nodo è quello della riorganizzazione della struttura degli ospedali – continua Digiacomo – dove si sta facendo cattiva propaganda, a cominciare dal fatto che il gap più grosso che dobbiamo superare è la mancata integrazione ospedale-territorio, con risultati poche volte apprezzabili, molte volte fallimentari. In questi anni, – prosegue – abbiamo dimostrato a Roma di essere in grado di risollevarci e abbiamo scalato la classifica delle migliori regioni italiane, sia per qualità sia per equilibrio di bilancio. Ed è per questa ragione che devo dare il mio plauso al lavoro svolto dall’assessore Baldo Gucciardi. Ma, a quanto pare, tutto ciò non è servito a nulla, e anzi pare che qualcuno si diverta a computare come unità operative complesse i punti d’erogazione di prestazioni delle cliniche private per il piacere d’alzare la massa critica e tagliarci cento reparti in più! Infine, – conclude il presidente della Commissione parlamentare – non metterò all’ordine del giorno dei lavori della Sesta Commissione Sanità e Servizi Sociali nessuna proposta di rete ospedaliera se Roma non avrà prima sboccato quella la quota parte dei concorsi che mette in sicurezza il Servizio Sanitario Regionale Siciliano”.
Questo invece il commento del senatore Beppe Lumia:
“La riorganizzazione della rete ospedaliera in Sicilia deve garantire la qualità del servizio sanitario, soprattutto nei territori più distanti dalle tre grandi città capoluogo. In questi anni è stato fatto un lavoro straordinario nella lotta agli sprechi, alla corruzione e al malaffare. Sono stati ottenuti grandi risultati, la spesa sanitaria è diventata virtuosa. Lo stesso, adesso, deve avvenire sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. Il governo nazionale deve comprendere che il modello padano, per caratteristiche geografiche e territoriali, non può essere applicato alla Sicilia. Tutti i territori della regione devono disporre di un servizio sanitario e ospedaliero sicuro e di alto livello. Ho apprezzato la determinazione del presidente Crocetta e la disponibilità dell’assessore Gucciardi ad aprire un dialogo con i territori per trovare le migliori soluzioni che alla fine debbono aumentare e non ridurre la qualità del servizio sanitario offerto dagli ospedali siciliani”
Ad alzare la voce, dopo le proteste dei giorni scorsi, sono anche i rettori delle università di Palermo e Catania, classificate come strutture di primo livello nella nuova rete ospedaliera. Secondo indiscrezioni, il solo Policlinico di Palermo perderà 110 posti letto, soprattutto nelle discipline legate alle aree di emergenza. Dimezzati i posti letto di Terapia intensiva e Rianimazione, che passeranno da 24 a 12.
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