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Taormina, chiude l'unica storica libreria della città

 A Taormina chiude l’unica libreria, che in questi anni è stata motore culturale della città. Decine gli eventi organizzati dalla sua direttrice Antonella Ferrara che con il suo Taobuk ha portato a Taormina scrittori come David Grossmann.

 Succede che i proprietari dei locali che ospitano la libreria, in pieno centro storico, hanno deciso (legittimamente) di aumentare il canone di locazione. Troppo il nuovo canone per il bilancio della libreria. Antonella chiede così all’amministrazione comunale di applicare (ne scrive  Aldo Cazzullo sulla prima pagina del Corriere della Sera) quella norma che prevede la possibilità per i comuni di concedere alle libreria storiche l’uso di un locale di proprietà del comune a canone agevolato. Una norma che ha finora ha salvato le librerie nei centri storici.  Però questa volta il comune di Taormina  dice di no. Insomma dal 30 giugno Taormina resterà senza una libreria, avrà ancora una straordinaria libraia ma sarà una libraia senza libreria. Avrà ancora (forse) un Festival letterario ma senza libreria.  Ecco l’articolo di Aldo Cazzullo:

Era sul corso di Taormina; e faceva piacere, tra una friggitoria e i soliti marchi, trovare i classici della letteratura siciliana, i saggi sulla storia dell’isola, e ovviamente gli altri volumi. Ma l’unica libreria di Taormina sta per chiudere. La località turistica più famosa del Sud, la storica tappa delGrand Tour per gli scrittori di ogni tempo, la probabile sede del prossimo G-7 resterà senza libri.

Il contratto di locazione è scaduto, l’aumento richiesto dai proprietari non è sostenibile per Antonella Ferrara, la presidente del festival letterario che anima la libreria. In questi casi la direttiva del ministero della Cultura consiglia al Comune di dare in affitto un suo locale, che però è andato a un negozio di borse: così sostiene Antonella Ferrara. Il comune troverà forse una soluzione. Altrimenti all’ombra dell’Etna e a picco sul mare i turisti potranno comprare di tutto, ma non Verga e De Roberto, Sciascia e Camilleri, Pirandello e Consolo, Tomasi di Lampedusa e Bufalino.

Purtroppo Taormina non è un caso isolato. Le librerie indipendenti soffrono e chiudono in tutta Italia. Ci sono molte eccezioni, tra cui vanno ricordate almeno l’Arco di Reggio Emilia, Palazzo Roberti a Bassano, la Galla di Vicenza, ospitate in locali meravigliosi; e librerie attivissime come la Toletta di Venezia, la Massaro di Castelfranco, la Moderna di Udine e San Donà. A Busto Arsizio Francesca Boragno si è ripresa la sua storica libreria grazie a una sottoscrizione tra i lettori. A Napoli Enzo Di Nocera tiene un bellissimo banco all’aperto. A Palermo Giuseppe Flaccovio ha dovuto chiudere nel centro storico ma ha riaperto in un centro commerciale.

Sono tante le storie di resistenza. Ma si dovrebbe fare di più. Perché una libreria è anche un punto di incontro, un luogo della vita, uno di quei posti dove per secoli gli italiani si sono confrontati, combattuti, amati; e quando una libreria chiude, la città perde un pezzo di sé.

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