“Chiunque sia in carica in un ruolo pubblico, quando c’è un’indagine in corso deve dare il buon esempio e fare un passo indietro”. È la puntuale presa di posizione di Domenico Messina, imprenditore de’ Il Tavolo per le imprese, che da sempre si batte per la trasparenza e la legalità all’interno delle istituzioni. Il gruppo di imprenditori non si è mai fermato agli slogan e alle sterili polemiche. Oggi la vicenda “Trivellopoli”, rilanciata dalle indagini della Procura di Potenza, impone una seria riflessione. Le intercettazioni rivelerebbero il dispiegarsi di un meccanismo di scambio di favori e di allocazione di posti di potere, un sistema nel quale risulterebbero coinvolti il presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, Antonello Montante e il presidente della Camera di Commercio di Siracusa, Ivan Lo Bello.
“Due uomini che hanno fatto pubblicamente dell’Antimafia una ragione di vita – spiega Domenico Messina – sono moralmente obbligati a dare il buon esempio. Sarebbe la più nobile manifestazione di rispetto verso il popolo siciliano e le istituzioni. Non intendo entrare nel merito della vicenda, è un passaggio sul quale solo la Magistratura può e deve operare con la legittima autonomia. Montante e Lo Bello devono fare un deciso passo indietro, lasciare le cariche ricoperte nelle rispettive Camere di Commercio, e attendere che la giustizia faccia il suo corso. Ci sarà tempo e modo per riproporsi, una volta definita con certezza la loro estraneità dai fatti contestati. Naturalmente, l’augurio è che la vicenda si concluda presto e bene”.
Sulla vicenda Trivellopoli, Il Tavolo converge sulla posizione espressa dal deputato regionale del M5S Giancarlo Cancelleri, che ha inviato una lettera alle associazioni di categoria per chiedere la sfiducia di Lo Bello e Montante. Gli imprenditori sottolineano con forza la necessità di trasparenza delle istituzioni, un mondo sempre più distante dal suo ruolo di “Casa di vetro”. Sfiducia e indifferenza sono la naturale risposta dei siciliani onesti, quasi fosse uno strumento di difesa. Una condizione divenuta insopportabile. “L’immagine degli enti pubblici e delle istituzioni – conclude Domenico Messina – può essere recuperata solo attraverso un percorso di persuasione del cittadino, che parte dalla certezza che in ruoli pubblici siano presenti persone libere da qualsiasi coinvolgimento giudiziario”.