“Non vi lasceremo senza musica” è la promessa che campeggia nello striscione esposto sulla facciata del Teatro Massimo di Palermo dal giorno della nuova chiusura al pubblico per le ultime misure di contenimento del coronavirus. Da sabato 14 novembre prenderà il via una programmazione speciale di concerti e un balletto eseguiti dal vivo, in assenza di pubblico, pensata e realizzata ad hoc per il web.
La promessa è stata mantenuta già nei mesi scorsi quando nel corso del lockdown la web tv del Teatro ha presentato un cartellone di spettacoli che hanno coinvolto oltre centomila spettatori da ogni parte del mondo. Adesso si rilancia e da sabato 14 novembre prenderà il via una programmazione speciale di concerti e un balletto eseguiti dal vivo, in assenza di pubblico, pensata e realizzata ad hoc per il web. La dotazione tecnica di nove telecamere in full HD si arricchisce di una steadycam, cioè una telecamera montata su uno speciale supporto che consente carrellate e movimenti fluidi intorno all’Orchestra e di un dolly, cioè un carrello con un braccio di sei metri che permette inquadrature e dinamiche cinematografiche. Insomma la Sala Grande, pur senza snaturarne la struttura classica, è stata attrezzata e trasformata in un teatro di posa dove tutto è stato pensato in ottica televisiva, dalle luci alla resa del suono. Ogni diretta sarà introdotta da una guida, il sovrintendente, il consulente artistico o il direttore musicale, che guiderà lo spettatore alla scoperta del programma dello spettacolo per il quale verranno anche resi disponibili i programmi di sala, scaricabili gratuitamente dal sito del Teatro. L’ideazione e il coordinamento del progetto della web TV sono di Gery Palazzotto. Per assistere via web agli spettacoli non si paga nulla, ma da oggi c’è la possibilità di fare una donazione tramite il sito del Teatro con carte di credito e con PayPal, un sistema sicuro e rapido di pagamento digitale.
Il programma, frutto di una ulteriore riprogrammazione delle attività, vede il ritorno a Palermo del direttore musicale Omer Meir Wellber sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo con due concerti: il primo sabato 14 novembre alle 19.00, con l’esecuzione di due tra i più compiuti capolavori musicali dell’impressionismo francese del novecento, il Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy, ispirato a Stéphane Mallarmé, e a seguire Pelléas et Mélisande, suite op. 80 di Gabriel Fauré. A seguire la Sinfonia n. 8 in si minore, una delle più note di Franz Schubert “Incompiuta”, l’unica tra le varie incompiute di Schubert che sia possibile eseguire poiché i due movimenti, Allegro moderato e Andante con moto, sono stati portati a termine.
Giovedì 19 novembre, alle 19.00, sempre l’Orchestra del Teatro Massimo con la direzione di Wellber, esegue la Sinfonia “degli addii” di Haydn, così chiamata per la protesta organizzata da Haydn e messa in atto dall’orchestra della corte del principe Esterhazy nell’esecuzione dell’adagio finale in cui i musicisti a turno smisero di suonare, spensero la candela del loro leggìo e abbandonarono il proprio posto, manifestando allusivamente al principe il desiderio degli orchestrali di ritornare a casa. A seguire, sempre il 19 novembre, Wellber dirige la seconda sinfonia di Brahms: se la prima era stata definita “la decima sinfonia di Beethoven”, nella Sinfonia in Re maggiore emergono i legami con Schubert, anche nel ricorrente ritmo di valzer, confermando la consacrazione di Brahms come legittimo erede della scuola viennese.
Tra i due concerti, domenica 15 novembre alle 18.00, sarà protagonista il Coro del Teatro Massimo sotto la direzione di Ciro Visco, che da settembre 2019 è il Maestro del Coro del Teatro Massimo dopo aver diretto per anni il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia. In programma la Messa in Re maggiore di Antonín Dvořák: una messa scritta nel 1886 per inaugurare la cappella della residenza in Boemia di Josef Hlàvka, presidente dell’Accademia delle Scienze e delle Arti di Praga.
Pensata per l’ambiente intimo e raccolto della cappella, la messa ha un organico ridotto e il solo accompagnamento dell’organo per esprimere una fede sincera ma, malgrado la sua semplicità, non si tratta di un’opera minore. All’organo Salvatore Punturo, altro Maestro del Coro del Teatro Massimo e Maestro del Coro di voci bianche.
Si prosegue mercoledì 25 novembre alle 19.00 con Water Music di Georg Friedrich Händel che l’Orchestra del Teatro Massimo eseguirà sotto la direzione di Ignazio Maria Schifani. Le tre suite di Musica sull’acqua rimandano alla pompa delle grandi corti settecentesche e infatti furono scritte da Händel per Giorgio I d’Inghilterra ed eseguite in un concerto sul Tamigi, al quale il re assisteva dall’imbarcazione reale, mentre intorno a lui la corte era distribuita su altre imbarcazioni e i cinquanta musicisti che componevano l’orchestra suonavano da una chiatta. Insieme alla Musica per i fuochi d’artificio sempre di Händel, la Water Music rimane una delle più appariscenti manifestazioni della musica d’apparato, permettendoci di capire come all’epoca la presenza in una corte di un’orchestra fosse un importante status symbol.
Sabato 28 novembre alle 20.00 torna sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo Francesco Lanzillotta, direttore italiano tra i più affermati, direttore musicale del Macerata Festival dal 2017, che al Massimo ha diretto nel 2019 con grande successo La favorite di Gaetano Donizetti. In programma l’Adagio per archi di Samuel Barber e alcune arie da camera di Francesco Paolo Tosti, nella versione per orchestra, con la voce del mezzosoprano Marianna Pizzolato, che ritorna anche lei al Teatro Massimo dopo Falstaff a febbraio e il concerto della riapertura del 4 luglio. A seguire l’Idillio di Sigfrido di Richard Wagner, composto come dono alla moglie Cosima e una delle più note tra le sinfonie di Wolfgang Amadeus Mozart, la Haffner in Re maggiore.
Si chiude con la danza, domenica 29 novembre alle 17.30 sempre in live streaming con il balletto Romeo e Giulietta su musica di Sergej Prokofiev. La coreografia è di Davide Bombana, direttore del Corpo di ballo del Teatro Massimo, in scena il Corpo di ballo del Teatro Massimo.
“Ancora una volta il Teatro Massimo conferma una straordinaria sintonia con la città nello sforzo di vivere e programmare in forme innovative l’uscita dal tunnel della pandemia” – afferma il sindaco Leoluca Orlando, presidente della Fondazione Teatro Massimo, al termine della seduta del Consiglio di Indirizzo che ha approvato all’unanimità la riprogrammazione delle attività e le linee strategiche che la Fondazione sta seguendo in questa fase di pandemia. “Non più una Città “sospesa” – prosegue – non un Teatro “sospeso” ma una “altra” città, un “altro” Teatro che utilizza il digitale e ogni possibile modalità innovativa. E non per sostituire le attività dal vivo ma per realizzare un sistema binario, tanto tradizionale quanto innovativo, multimediale e digitale, che abbia garanzie di adeguata qualità. Il Teatro Massimo, così come ha fatto la città di Palermo, sollecita il Governo nazionale ad assumere come strategico tale scenario e a inserirlo nel Piano nazionale di interventi per l’accesso alle risorse del Recovery Plan.”
La nuova programmazione del Teatro Massimo si inserisce e contribuisce a dar forza anche al progetto da poco varato da ANFOLS (l’Associazione delle Fondazioni Lirico Sinfoniche Italiane) presieduta da Francesco Giambrone, che ha creato un palinsesto nazionale di opere e concerti da trasmettere sui canali web e social di ognuna delle Fondazioni ma anche su ANSA.it che ha sposato l’iniziativa. Il programma, creato con la collaborazione e il contributo artistico di tutte le Fondazioni aderenti, all’insegna di “Aperti nonostante tutto”, è già online dal 10 novembre e vedrà il primo contributo del Teatro Massimo sabato 14 novembre alle 19.00, con il concerto diretto da Omer Meir Wellber.
“È un grande impegno collettivo – afferma il sovrintendente del Teatro Massimo e presidente dell’ANFOLS – Francesco Giambrone – che ha l’obiettivo di mantenere vivo il Teatro, rafforzare, e ampliare il rapporto con il pubblico, ma anche preservare la qualità e l’occupazione delle compagini artistiche e tecniche. Il paradosso della pandemia è che ci impedisce di accogliere il nostro pubblico in teatro ma ci spinge a rivolgerci a un pubblico immensamente più grande. Non vi lasceremo senza musica”.
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