Nuovi guai per Tecnis, il colosso dell’edilizia finito nella bufera dopo l’arresto dei vertici nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione all’Anas, Mentre si è ancora in attesa della nomina dei commissari chiamati a gestire l’impresa di Concetto Bosco e Mimmo Costanzo, alla luce dell’interdittiva antimafia decisa dalla Prefettura
S.STEFANO DI CAMASTRA. Non hanno percepito gli stipendi di settembre ed ottobre e hanno avuto solo il 70% di novembre. Hanno protestato e continueranno a farlo se necessario. E’ questa la situazione degli operai della Tecnis che lavorano al lotto B4 della statale 117 S.Stefano di Camastra-Gela. Due giorni fa alla prefettura di Messina, a conclusione di un incontro tra il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, il prefetto di Catania Maria Guia Federico, la professoressa Ida Nicotra consulente dell’Anac e il team degli avvocati della Tecnis è stato stabilito di trovare “una soluzione ragionevole a breve termine, che dovrebbe garantire, attraverso l’esecuzione degli appalti in essere, il mantenimento dei livelli occupazionali» della Tecnis. Il condizionale è d’obbligo ma ai lavoratori servono certezze e soldi in tasca, ecco perché domani in un’altra prefettura, quella di Enna, ci sarà un nuovo incontro alla presenza dei rappresentati dell’Anas, committente, e della Tecnis. “I lavoratori sono in grandissima difficoltà – dichiara il segretario generale della Fillea provinciale, Biagio Oriti – noi chiederemo all’Anas di anticipare le mensilità arretrate, per consentire agli operai almeno di mettere il carburante in macchina per potere continuare a lavorare. Nel cantiere, ormai da settimane, scarseggiano approvvigionamenti e materie prime, e questo oltre avvilire chi lavora rallenta i tempi. Questa è la situazione del lotto B4 – continua Oriti – ancor più grave la situazione del lotto B2, dove gli interventi si sono interrotti nel 2012 con la procedura di rescissione in danno nei confronti dell’impresa capofila dell’ATI. La gara d’appalto è stata fatta nella primavera del 2014 e da allora non sappiamo più nulla, non c’è stata l’aggiudicazione dei lavori”.
ROMA. Hanno smesso di lavorare in segno di protesta, bloccando il cantiere su via Tiburtina. Gli operai della Tecnis Spa da giovedì 25 novembre protestano in strada con tanto di presidio fisso, bandiere e striscioni. “Hanno smesso di pagarci tre mesi fa – spiega il capocantiere, Antonio Serta –. Siamo in attesa che venga nominato un commissario, ma ancora non ci fanno sapere nulla. Qui non rischiamo soltanto noi, ma anche gli abitanti stessi: se la situazione non si risolve, il raddoppio resterà solo un miraggio”. “Da tre mesi sono stati bloccati i meccanismi di incasso e di pagamenti, qui regna un clima di incertezza assoluta: ad oggi ancora non sappiamo se verremo pagati e se continueremo a parlare – prosegue Serta –. La nostra azienda conta ben 1800 dipendenti, circa 50 impegnati nei lavori legati al raddoppio della Tiburtina. È importante che risolvano questa situazione, per il bene di tutti”.
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