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Il triste bilancio di Garanzia Giovani in Sicilia

Il  bilancio di Garanzia Giovani in Sicilia è amaro e triste. La misura per aiutare i giovani a trovare un lavoro, infatti, si è spesso risolta in una sorta di grande mercato di manodopera a costo zero (paga tutto la Regione, che pacchia…), senza misure per l’autoimpiego o la creazione di imprese. E su oltre 41 mila stage, solo 5 mila persone hanno trovato lavoro»

Il progetto composto da più misure (percorsi formativi, tirocini, contratti di apprendistato, incentivi per l’auto-imprenditorialità) che danno l’opportunità di affacciarsi al mondo del lavoro ai ragazzi che hanno un’età compresa tra i 15 e i 29 anni, senza un’occupazione e che non sono inseriti in percorsi formativi, ha registrato delle criticità. Tanto che l’Europa ha chiesto all’amministrazione regionale ulteriori documenti per una nuova verifica su quanto fatto, in questi due anni, con Garanzia Giovani.

La Sicilia è la regione che esprime il numero più alto di registrazioni al piano (oltre 171 mila), pari quasi al 16 per cento del totale.

Per due giorni una delegazione di eurodeputati della Commissione per il Controllo dei bilanci (CONT) del Parlamento europeo è stata in visita a Catania, Messina e Reggio Calabria per verificare il funzionamento dello Schema Garanzia Giovani, la situazione per quanto riguarda la disoccupazione giovanile e l’utilizzo dei finanziamenti provenienti dal Fondo Sociale Europeo (FSE). Risultato? Quello atteso e convergenza nell’analisi e nelle terapie che gli eurodeputati siciliani indicano per uscire da questo tunnel.

«La Sicilia – spiega Michela Giuffirda (Pd) – ha a disposizione un’importante dotazione finanziaria di quasi 179 milioni di euro, che bisogna assolutamente trasformare in posti di lavoro, andare oltre quindi semplici tirocini e stage che solo nel 10% dei casi evolvono in contratti di impiego. Bisogna percorrere strade più efficaci come gli incentivi erogati direttamente alle aziende e il sostegno all’autoimprenditorialità”.

«L’investimento dell’Europa – aggiunge Giovanni La Via (Ppe) – non ha portato forse gli effetti sperati, ma ci auguriamo che anche attraverso incontri come questo, possa contribuire a riqualificarne l’azione e a rimettere in moto il meccanismo. Auspichiamo che nella parte residua della programmazione le risorse comunitarie vengano utilizzate in maniera più efficace, con maggiori successi occupazionali e in definitiva con ricadute più importanti per il territorio siciliano».

«Garanzia giovani – dice ancora Giuffrida – oltre che per i nostri ragazzi è un’opportunità per la crescita di settori economici strategici per la Sicilia, come quello agricolo, che mostra una vivacità che non si trova in altri sistemi produttivi. Tutti i settori, soprattutto quello primario, hanno per esempio bisogno di professionisti della tecnologia per sfruttare le opportunità del web, dalla vendita alla promozione. Bisogna avere una visione d’insieme, costruire un dialogo e una collaborazione con altri assessorati per impiegare a pieno le risorse e garantire un futuro ai tanti giovani che si vogliono mettere in gioco».

Al 21 luglio il numero dei giovani complessivamente registrati a Garanzia Giovani è pari a 1.108.313 unità, oltre 6 mila in più rispetto alla scorsa settimana.
Il maggior numero di registrazioni lo si è rilevato in Sicilia (oltre 172.00), in Campania (oltre 138.000) , in Puglia (oltre 91.000) e in Lombardia (poco meno di 90.000).
Il totale dei registrati, al netto delle cancellazioni, è pari a 946.372. Su un totale di 733.584 Neet presi in carico da parte dei Servizi per l’Impiego, a 363.434 è stata proposta almeno una misura.


Nel report pubblicato sul sito www.garanziagiovani.gov.it è anche riportato lo stato di avanzamento dei progetti: Crescere in Digitale, Crescere imprenditori, Fondo  SELFIEmployment, FlixBus 4 Young, Young Digital, BizSpark e Eng4work. (cfr. Report e tabelle).

Nella sezione ‘giovani imprenditori’, il report contiene l’aggiornamento del dato relativo ai giovani che stanno presentando le domande di finanziamento a selfiemployment, il fondo promosso dal ministero del lavoro e gestito da invitalia, che eroga finanziamenti agevolati a tasso zero da 5mila a 50mila euro, senza necessita’ di garanzie reali e con un piano di ammortamento di sette anni. al 20 luglio i giovani che hanno iniziato l’iter on-line per l’ammissione al finanziamento sono 724; 100 le domande già in fase di valutazione. Procede anche l’attuazione di “crescere imprenditori”, l’iniziativa nazionale promossa dal ministero e attuata da Unioncamere per supportare l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità attraverso attività di formazione ed accompagnamento all’avvio di impresa. al 20 luglio sono 1.015 i giovani che hanno superato il test on-line di valutazione delle capacità imprenditoriali richieste per partecipare alla formazione finalizzata alla redazione del business plan; 248 sono stati avviati ai percorsi, 162 li hanno già conclusi con profitto.
Il report contiene anche un focus sul successo di ‘crescere in digitale’, progetto promosso dal ministero del lavoro insieme con Google ed Unioncamere, che offre agli iscritti al programma garanzia giovani l’opportunità di approfondire le proprie conoscenze digitali attraverso 50 ore di training online: a 45 settimane dal lancio sono 69.227 i giovani iscritti attraverso la piattaformawww.crescereindigitale.it ; di questi 39.653 hanno completato il primo modulo e 5.967 hanno completato tutto il corso. le imprese che hanno aderito al progetto sono 2.441, disponibili ad accogliere 3.255 tirocinanti. da sottolineare che le imprese che decideranno di assumere il giovane al termine del tirocinio potranno beneficiare di incentivi fino a 12.000 euro.
Il Programma Garanzia Giovani richiede una strategia unitaria e condivisa tra Stato e Regioni ai fini di un’efficace attuazione a livello territoriale. Accanto quindi al Piano nazionale che individua le azioni comuni su tutto il territorio nazionale, ciascuna Regione ha l’impegno di adottare un proprio piano attuativo per definire quali sono le misure del Programma che vengono attivate sul territorio, in coerenza con la strategia nazionale. Le Regioni devono attuare concretamente le azioni di politica attiva verso i giovani destinatari del Programma, rendendo disponibili le misure. Hanno una funzione di coordinamento dell’organizzazione della “rete” dei Servizi pubblici per l’impiego e privati accreditati, che avranno il compito di svolgere una funzione di accoglienza, orientamento e individuazione delle necessità e potenzialità dei giovani per individuare il percorso più in linea con le attitudini e le esperienze professionali. Sono organismi “intermedi” che si posizionano tra il Ministero del Lavoro che ha definito il Piano nazionale e la rete dei Servizi per l’Impiego dislocati sul territorio, che accolgono i giovani. Spetta alle Regioni quindi – si legge sul sito di “Garanzia Giovani”- indirizzare i giovani ai diversi Servizi per l’Impiego presso cui dovranno fare il primo colloquio di orientamento. Il giovane ha la possibilità di fruire dei servizi del programma in qualunque punto del territorio nazionale, anche in una Regione diversa da quella di domicilio o residenza. Infine, alle Regioni spetta il compito di svolgere l’attività di monitoraggio degli interventi, per meglio osservare il processo di attuazione delle misure, i servizi erogati, il numero e il profilo dei beneficiari, l’avanzamento della spesa, e altre caratteristiche sulla condizione di occupabilità dei giovani beneficiari. Le risorse finanziarie destinate alle singole misure sono indicate nelle convenzioni che ogni Regione e Provincia Autonoma ha  stipulato con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Gli importi definiti in quella sede possono essere suscettibili di modifica dovuta a successiva redistribuzione delle risorse in fase di definizione del PAR.

 

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