Trivellazioni in Sicilia, l’Ars dice no al referendum abrogativo. L’Ars dice no al referendum sulle trivellazioni. La Sicilia non farà parte delle Regioni italiane che propongono il referendum contro le trivellazioni petrolifere. Questo proprio nel giorno in cui il voto positivo della Sardegna ha fatto raggiungere il quorum minimo di consigli regionali per proporre il referendum abrogativo delle norme nazionali che regolano le autorizzazioni e gli espropri a scopo di prospezione per la ricerca e estrazione di idrocarburi nel sottosuolo, previste nello “Sblocca Italia” e nel decreto Sviluppo.L’Assemblea regionale non ha raggiunto il quorum di 46 voti favorevoli (la maggioranza più uno dei parlamentari, pari a 90) per i due quesiti relativi all’art.38 dello “Sblocca Italia” e all’art.35 del decreto Sviluppo: il primo ha ottenuto 38 voti favorevoli, 16 contrari e 2 astenuti; il secondo 32 favorevoli, 15 contrari e 2 astenuti. Un voto che arriva dopo le tante polemiche sulle trivellazioni off shore nel Canale di Sicilia e una mozione votata proprio dall’Ars. A pesare, a quanto sembra il voto contrario del Pd. Il referendum abrogativo, comunque, ha raggiunto lo stesso la soglia minima di cinque regioni che lo propongono. Oltre alla Sardegna hanno votato sì la Basilicata, Regione capofila, e successivamente Marche, Molise, Puglia e Sardegna. Prima del 30 settembre, data entro la quale i quesiti dovranno essere depositati presso gli uffici della Corte di Cassazione, si riuniranno anche i Consigli regionali di Abruzzo, Veneto, Campania, Calabria, Liguria ed Umbria.
“Oggi è stata scritta una brutta pagina della storia del Parlamento siciliano. Contrari ed assenti dovranno rendere conto ai siciliani dell’isolamento della nostra regione rispetto ad un tema delicatissimo come quello della difesa della nostra terra e del nostro mare”. Lo affermano in una nota congiunta i parlamentari dell’Udc all’Ars, Mimmo Turano e Margherita La Rocca Ruvolo, commentando il mancato raggiungimento dei 46 voti favorevoli per dare il via libera i referendum contro le trivellazioni. “Fortunatamente – continuano i due esponenti dello scudocrociato – con la decisione assunta oggi dal Consiglio regionale della Sardegna sono state raggiunte le condizioni minime previste dall’articolo 75 della Costituzione per poter proporre un referendum per l’abrogazione di alcune parti dell’articolo 38 dello Sblocca Italia e dell’articolo 35 del Decreto sviluppo”. “Resta – concludono La Rocca Ruvolo e Turano – l’amarezza per un voto che ci allontana pericolosamente dallo sforzo comune delle regioni di riaffermare con chiarezza il principio della leale collaborazione con lo Stato e il ruolo che esse hanno di presidio democratico e di governo del territorio”.
“Il Pd all’Ars vota contro il referendum abrogativo delle norme nazionali che regolano le autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi. Dalla maggioranza di questo governo, quindi, un si incondizionato alle trivellazioni per il petrolio in Sicilia”. Così i deputati del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana, che avevano sostenuto il quesito referendario. I grillini parlano di “un gesto vile che porterà altri danni ambientali nelle nostre terre e nei nostri mari”. “Grazie a questo ignobile Pd, – aggiungono i 14 parlamentari regionali – la Sicilia sarà l’unica Regione a non opporsi alle trivellazioni”. “In giorni come questo – sottolinea il presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino – mi vergogno di essere siciliano. Non volevo credere ai miei occhi quando ho visto quasi tutti i deputati del Pd spingere il bottone rosso”. E cosi’, solo la Sicilia non farà parte del gruppetto di Regioni che proporranno il referendum abrogativo per i due quesiti relativi all’articolo 38 dello ‘Sblocca Italià e all’articolo 35 del decreto Sviluppo. “I cittadini siciliani prendano coscienza, una volta per tutte, di chi li rappresenta in questa Assemblea”, sottolineano i parlamentari del M5S, che rendono noti i nomi dei deputati che hanno votato contro il referendum abrogativo: “Il presidente Crocetta, Alloro (Pd), Arancio (Pd), Barbagallo (Pd), Cracolici (Pd), Di Giacinto (Meg-Ps), Gennuso (Pds-Mp), Gucciardi (Pd), Laccoto (Pd), Lo Giudice (Pdr), Lupo (Pd), Malafarina (Meg-Ps), Marziano (Pd), Antonella Milazzo (Pd), Rinaldi (Pd), Ruggirello (Pd)”. “Chi ha votato per prostrarsi al diktat del governo nazionale e agli interessi delle compagnie petrolifere dovrà risponderne ai cittadini”, dicono.
“E’ incomprensibile la scelta dell’Assemblea regionale siciliana di non accogliere la proposta di referendum abrogativo degli articoli 38 e 35 dei cosiddetti decreti ‘Sblocca Italià e ‘Sviluppo’, così come avanzato dalla Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali. Quelle norme, infatti, rappresentano un attacco sostanziale alle nostre prerogative statutarie”. Lo dice in una nota il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, commentando il voto negativo dell’Aula sulla proposta di referendum abrogativo sulle norme che regolano le autorizzazioni e gli espropri a scopo di prospezione per la ricerca e estrazione di idrocarburi nel sottosuolo, previste nello ‘Sblocca Italià e nel decreto ‘Sviluppo’. “Credo francamente, quindi, che il voto di oggi andrebbe decriptato nella sua interezza per capirne di più – aggiunge Ardizzone – Meno male che altri consigli regionali (Basilicata, Marche, Molise, Puglia e Sardegna) si sono già pronunciati, in questi giorni, a favore del referendum, per cui l’iter non si fermerà”.
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