Last updated on 1 febbraio 2019
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per 200.000 euro, emesso d’urgenza dal pubblico ministero nei confronti di un’imprenditrice di Montelepre, titolare di una ditta individuale esercente un’attività di ristorazione, accusata di truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni e falso in atto pubblico.
Il decreto di sequestro è stato convalidato dal Giudice per indagini preliminari, che ha ritenuto sussistenti, a livello indiziario, gli elementi emersi nel corso delle indagini. Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle hanno consentito di accertare una frode nell’ambito del Piano Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007-2013, che ha permesso all’imprenditrice di ottenere illegittimamente un finanziamento pubblico in regime de minimis ammontante a 200.000,00 euro, funzionale alla realizzazione di un’attività di ristorazione tesa a promuovere la “gastronomia tradizionale e tipica regionale siciliana e i prodotti naturali”.
I contributi in regime de minimis alle imprese hanno un importo totale massimo non superiore a 200.000 euro, da corrispondere nell’arco di tre anni e finanziano il 70% di una spesa sostenuta e ritenuta ammissibile, legata ad un dato progetto rientrante dei programmi operativi FESR.
All’esito delle indagini è stato accertato che l’imprenditrice, attraverso la falsa rappresentazione al Dipartimento dell’Ambiente della Regione Siciliana dell’effettuazione di una ricerca di mercato mai posta in essere (due di tre preventivi presentati sono risultati materialmente falsi), ha “pilotato” l’affidamento dei lavori progettuali all’impresa del coniuge, disattendendo le previsioni del bando che imponevano alle imprese richiedenti il contributo di non rifornirsi da soggetti con i quali vi fossero cointeressenze economico-finanziarie. In esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo, anche nella forma “per equivalente”, è stata sequestrata l’intera attività di ristorazione, oltre ad alcuni beni personali dell’indagata.
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