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Turismo, la Sicilia scommette sull’albergo diffuso

Last updated on 7 marzo 2021

L’Albergo diffuso può rappresentare la nuova valvola di sfogo per la ricettività alternativa siciliana. Si tratta di un nuovo modo di concepire l’ospitalità che mira a rilanciare la fruibilità dei centri storici delle città e dei paesi e pone le basi per creare nuova occupazione.

Il regolamento è stato presentato alla Sala Gialla dell’Ars alla presenza di Giancarlo Dall’Ara, presidente nazionale associazione Alberghi diffusi, dei deputati del M5S Claudia La Rocca (prima firmataria della legge), Giampiero Trizzino (presidente  commissione Ambiente Ars) e Valentina Zafarana (Capogruppo M5S Ars), l’assessore per il Turismo Cleo Li Calzi e il dirigente dell’assessorato Saverio Panzica.

Soddisfatta La Rocca, che punta nella collaborazione dei cittadini per il decollo della legge: “Ora la palla passa ai siciliani – ha detto – e ai sindaci che hanno il compito di rendere attraenti i loro comuni”.

Li Calzi si è soffermata sulle linee strategiche dell’assessorato per lo sviluppo in Sicilia del Turismo Relazionale. “Occorre infatti sostenere questo fondamentale segmento di turismo che ha le connotazioni per essere driver di sviluppo economico del territorio in una logica di filiera. Nei prossimi giorni sarà organizzata una riunione tecnica in assessorato per concordare insieme ai Borghi e ai sistemi territoriali dove sono insediati gli Alberghi Diffusi le iniziative a cui dare immediata attuazione”.

I dettagli del regolamento dell’albergo diffuso sono stati illustrati da Panzica: l’albergo diffuso punta a dislocare gli alloggi per i turisti nelle abitazioni del centro storico e dei borghi marinari e rurali, garantendo a pochi metri da essi la presenza di locali adibiti a spazi comuni per gli ospiti (ricevimento, sale comuni, bar, punto ristoro).

Non può sorgere in comuni e borghi abbandonati o disabitati, deve coinvolgere almeno sette unità abitative e può prevedere un apposito spazio interno da destinare alla vendita dei prodotti tipici locali. In alternativa, può essere stipulata una convenzione con un esercizio commerciale di vicinato o con il centro commerciale naturale. I requisiti per la classificazione in stelle sono identici a quelli per la classificazione di affittacamere e case per vacanze.

Gli immobili convertiti in albergo diffuso possono mantenere la destinazione urbanistica residenziale. L’apertura, il trasferimento e le modifiche riguardanti l’esercizio dell’albergo diffuso sono soggette alla Scia.

L’Albergo diffuso può rappresentare la nuova valvola di sfogo per la ricettività alternativa siciliana. Si tratta di un nuovo modo di concepire l’ospitalità che mira a rilanciare la fruibilità dei centri storici delle città e dei paesi e pone le basi per creare nuova occupazione. Il regolamento è stato presentato alla Sala Gialla dell’Ars alla presenza di Giancarlo Dall’Ara, presidente nazionale associazione Alberghi diffusi, dei deputati del M5S Claudia La Rocca (prima firmataria della legge), Giampiero Trizzino (presidente  commissione Ambiente Ars) e Valentina Zafarana (Capogruppo M5S Ars), l’assessore per il Turismo Cleo Li Calzi e il dirigente dell’assessorato Saverio Panzica.

Soddisfatta La Rocca, che punta nella collaborazione dei cittadini per il decollo della legge: “Ora la palla passa ai siciliani – ha detto – e ai sindaci che hanno il compito di rendere attraenti i loro comuni”.

Li Calzi si è soffermata sulle linee strategiche dell’assessorato per lo sviluppo in Sicilia del Turismo Relazionale. “Occorre infatti sostenere questo fondamentale segmento di turismo che ha le connotazioni per essere driver di sviluppo economico del territorio in una logica di filiera. Nei prossimi giorni sarà organizzata una riunione tecnica in assessorato per concordare insieme ai Borghi e ai sistemi territoriali dove sono insediati gli Alberghi Diffusi le iniziative a cui dare immediata attuazione”.

I dettagli del regolamento dell’albergo diffuso sono stati illustrati da Panzica: l’albergo diffuso punta a dislocare gli alloggi per i turisti nelle abitazioni del centro storico e dei borghi marinari e rurali, garantendo a pochi metri da essi la presenza di locali adibiti a spazi comuni per gli ospiti (ricevimento, sale comuni, bar, punto ristoro).

Non può sorgere in comuni e borghi abbandonati o disabitati, deve coinvolgere almeno sette unità abitative e può prevedere un apposito spazio interno da destinare alla vendita dei prodotti tipici locali. In alternativa, può essere stipulata una convenzione con un esercizio commerciale di vicinato o con il centro commerciale naturale. I requisiti per la classificazione in stelle sono identici a quelli per la classificazione di affittacamere e case per vacanze.

Gli immobili convertiti in albergo diffuso possono mantenere la destinazione urbanistica residenziale. L’apertura, il trasferimento e le modifiche riguardanti l’esercizio dell’albergo diffuso sono soggette alla Scia.

Per leggere il regolamento clicca su www.travelnostop.com/dl/adr.pdf.

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